Il 30 giugno 1934 Hitler, con l’utilizzo delle SS, con il sostegno di Himmler, Göbbels e Göring, nonché dello Stato Maggiore della Reichswher (che diventerà Wermacht l’anno successivo) elimina 71 persone, in maggioranza appartenenti al partito.
La tesi comune parla di “controrivoluzione” per frenare le velleità socialiste e anche di scioglimento delle SA. Due affermazioni a dir poco falsate. Le SA vennero decapitate ma non sciolte. La cosiddetta ala sinistra comprendeva proprio Himmler e Göbbels. La frazione di Strasser, fucilato quel giorno, era da tempo in trattativa con l’ex cancelliere, il generale von Schleichter che, in una sorta di pidduismo ante litteram, aveva disegnato un governo di unità nazionale comprendente gli industriali, i sindacati e lo stesso Strasser.
Von Schleichter fu fucilato quel giorno.
Nota Léon Degrelle, che, cattolicissimo, non può essere sospettato di pregiudizi anticristiani, che la maggioranza dei giustiziati era di destra e con simpatie cattoliche.
Lo stesso ambiente, aggiungiamo noi, che aveva da tempo rapporti con Mosca e che avrebbe dato vita, dieci anni più tardi, al fallito colpo di stato terroristico di von Stauffenberg, in cui erano coinvolti soprattutto cattolici di destra con contatti in Russia.
Secondo un documentario della Bbc, erano anche in contatto con Montini, il futuro papa Paolo VI.
Non è mai stata chiara la vera posizione del più illustre tra gli uomini uccisi quel giorno, il capo delle SA Ernst Röhm.