Marchionne respinge la proposta della Camusso di spartirsi la vertenza operaia
“L’incertezza è la situazione che crea più danno. La stabilità è essenziale per tutto. Abbiamo bisogno di gestire le aziende”. Sergio Marchionne ieri, come Emma Marcegaglia ieri l’altro: gli industriali chiedono la governabilità del Paese contro il galleggiamento della politica. Soprattutto nel momento in cui l’uscita dalla crisi non è così sicura. Il Paese, insomma, ha bisogno di gambe forti per ripartire. L’amministratore delegato del Lingotto, a Bruxelles per partecipare alla prima riunione di alto livello ”Cars 21”, approfitta di un ”briefing” con i giornalisti, per chiarire – su esplicita domanda – che un tavolo di governo sulla Fiat non serve: “Non so cosa dobbiamo farne. Noi abbiamo già raggiunto l’accordo a Pomigliano – aggiunge – e c’è la proposta di lavorare sul tavolo di Mirafiori (a giorni la convocazione dei sindacati; n.d.r.). Il piano Fabbrica Italia va avanti a pezzi, portiamolo avanti e cerchiamo di non creare altri problemi”. Piuttosto, secondo Marchionne, c’è la necessità di discutere sulle regole di mercato per affrontare la crisi del settore auto.
