Home Alterview Offensive contro l’Europa

Offensive contro l’Europa

0


In atto oggi anche se sono pochi a rendersene conto

Siamo sempre più in preda ai meccanismi indotti dal sistema mentale, culturale e comunicativo. Per questa ragione ci costruiamo degli immaginari nostri, ma sempre affetti dalle logiche sommarie, semplicistiche, binarie e dualistiche del sistema e con quelli crediamo d’interpretare il reale che, invece, ci sfugge appieno. D’altra parte i gestori di pubblica opinione incoraggiano i nostri deliri inconcludenti e così continuiamo a correre dentro la ruota come dei criceti, pensando di partecipare alle olimpiadi.

Offensive di fondo
Questo per dire che quasi nessuno ha colto quello che si sta verificando oggi: ovvero un’offensiva articolata e sistematica contro l’Europa in sé e contro Berlino nello specifico.
In primis è stata attaccata la potenza internazionale dell’Euro, già con una serie di guerre contro Paesi che volevano compiere transazioni nella nostra valuta, quindi con l’arresto, la rimozione, la gogna mediatica e la persecuzione di Strauss-Kahn, reo di aver portato la sfida al Dollaro, che viene trattato in questi giorni in Francia come Berlusconi da noi.
Le speculazioni sulle borse greche e quelle sul Franco svizzero rientrano nel medesimo gioco che, secondo alcune indiscrezioni, vedrà presto l’Fmi stesso all’assalto dell’Eurozona.

Tensione alta a Kiev
Abbiamo detto in passato che la questione ucraìna era rivolta in realtà a far saltare l’influenza tedesca, che era stata voluta fortissimamente da Soros e dagli inglesi ma che i russi avevano, come minimo lasciato fare prendendo accordi sotto banco. Superfluo ritornare qui sulle ragioni profonde degli odi in Ucraìna e sulla stupidità di chi, pur di far tornare un ragionamento duale, chiude gli occhi su un milione di cose. E’ un dibattito ormai vecchio. Quel che conta è che l’appeasement è stato dovuto alla diplomazia tedesca e che è oggi proprio Berlino a rigettare l’improvvisa disposizione americana al dare armi a Kiev, cosa che, tra parentesi, non era mai accaduta prima.
Questo comprova, se ce ne fosse ulteriore bisogno, che Berlino e Washington non vanno affatto nella stessa direzione. Il che non fa della Merkel o del sistema tedesco nulla di buono ma proprio qui sta il punto: le cose vanno valutate nel loro potenziale e non nella loro rispondenza ai propri desii salvo, altrimenti, una serie di mistificazioni in un senso o nell’altro che servono proprio ed esclusivamente al Big Brother.
Abbiamo scritto più volte che la politica putiniana ultimamente ci sembra indirizzata sulla falsa riga di Yalta. La quale, sia chiaro, non era una politica di alleanza ma di rivalità complice: complicità di fondo e rivalità sui bordi. Difficile interpretare altrimenti l’atteggiamento russo di quest’ultimo anno e mezzo anche se va ricordato che è per reazione più che per scelta e quindi si può sperare che cambi. Fatto sta che non si capisce proprio il comportamento ondivago tenuto in Ucraìna né a cosa serva l’invio recentissimo di settanta carri armati se non ad innalzare la tensione. E chi protesta con Washington che ne approfitta? Berlino.

Un laboratorio ad Atene
Poi c’è la Grecia. Il giullare Tsipras sta presentando ricette da bancarotta, l’unica cosa sensata è il congelamento delle privatizzazioni; o meglio, lo sarebbe se non si fosse affrettato a rassicurare la Cina che rispetterà gli impegni presi sulla cessione del Pireo.
Come per miracolo, però, questo pagliaccio trova una serie di sponde che nessuno aveva mai offerto a chiunque discutesse il debito. Non parliamo tanto di Renzi, che comunque è il terminale di forti gruppi di potere, quanto di Obama che si mette – ora! – ad “aiutare” la Grecia contro Berlino, facendo finta d’ignorare che è stata la finanza americana ad inginocchiarla e non l’austerity che ne è stata un effetto successivo.
Questo dovrebbe far riflettere coloro che continuano a ragionare con schemini facili facili e che hanno stabilito che i “cattivi” sono la Ue e la Merkel che sarebbero però burattini dei più cattivi americani. Gli americani sono diventati buoni all’improvviso? O c’è qualcosa che non torna?
E che dire poi della “sorprendente” concomitanza d’intenti russoamericani nel sostegno anti-europeista della Grecia? Allora i russi sono anch’essi cattivi come gli americani o sono gli americani a essere buoni come i russi?
In realtà ognuno fa, come meglio crede e non sempre in modo efficace (a mio avviso gli americani e i cinesi ci riescono perfettamente, poi lo fanno bene gli israeliani, i turchi e le petromonarchie, sugli altri, a iniziare dai russi ho qualche perplessità). Non ci sono buoni o cattivi o, meglio, non ci sono buoni e si deve ragionare in modo costruttivo e autocentrato.
Così, definire, come faccio io, l’azione di “salvataggio” in Grecia come anti-europea e di fatto anche anti-italiana non significa tifare per l’austerity o per l’eliminizaione della trojka. Solo che se si opera a sistema, come vuole Alba Dorata, ce la si farà, altrimenti penso che le cose peggioreranno per tutti.

Jihadismo e Trattato Transatlantico
Poi c’è lo jihadismo, benedetto dagli Usa, da Londra, da Israele e ultimamente da Parigi. Che verrà sicuramente usato come strumento di stabilizzazione delle oligarchie traballanti (così ha fatto Hollande) ma anche come cuneo in Europa secondo la dottrina del Pentagono dello “scontro di civiltà”. Ed ecco che non solo l’Isis ci minaccia ma la Cia e il Mossad ci avvertono.
E quest’ulteriore insidia si addensa sulle nostre teste proprio quando si dovrà discutere il Trattato Transatlantico TTTIP che proprio Berlino cerca di sfumare, di attenuare secondo la sua dottrina di “reciprocità” e d’integrare con la Comunità Economica Eurasiatica. Non perché a Berlino ci siano dei santi ma perché almeno lì perseguono i loro interessi che, fatto salvo qualche conto minore di bottega, sono anche i nostri.
E come si potrà far in modo che il TTIP sia ridiscusso e integrato con la cooperazione ad est se subiremo una serie di offensive su tutti i fronti? Ovvero una finanziaria frutto delle speculazioni e dell’azione anti-europeista in Grecia; una interna fatta di terrorismo jihadista e una militare ad est con l’acuirsi della crisi ucraìna? 
Che è proprio quanto sta avvenendo ed è quello di cui dobbiamo renderci conto smettendola di fare il tifo in modo ottuso e trinariciuto che non stiamo allo stadio.
Non si tratta di essere pro o contro Putin, pro o contro l’Euro, pro o contro la Merkel, si tratta di operare per l’autocentratura e per un avvenire dignitoso che è possibile solo nella saldatura europea e nella prospettiva germanorussa, a prescindere da quali siano i governi in carica.
Che poi, al tempo stesso, si debba agire, perché quelle che sono delle esigenze materiali e sostanziali siano accompagnante da una rivoluzione culturale e da una scelta politica magari sul paradigma ungherese è talmente evidente che mi sarei risparmiato dal dirlo se non avessi appreso col tempo che molti hanno il bisogno di sentirselo ripetere.

Nessun commento

Exit mobile version