giovedì 18 Luglio 2024

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Appunti sulla penetrazione delle idee della rivoluzione nazionale europea nelle avanguardie intellettuali e religiose induiste in rivolta contro l’India anglicizzata e liberale.

Daun po’ di tempo assistiamo alla proliferazione di studi più o meno seri su quello che è stato chiamato, con espressione piuttosto discutibile, l’”esoterismo nazista” o il “nazismo esoterico”.
Per citare solo alcuni casi: il 1987 vide la pubblicazione di Hitler, l’élu du dragon di Jean Robin (Éditions de la Maisnie) e di Prima che Hitler venisse di Rudolf von Sebottendorff (Arktos); nel 1988 uscì presso l’editore Laterza un saggio di Giorgio Galli intitolato Hitler e il nazismo magico (1).
Quanto al libro di Robin, bisogna dire che esso ha segnato il punto più basso di una carriera che era cominciata all’insegna di opere di tutt’altro valore (2); basandosi su fonti totalmente inattendibili (per esempio Hermann Rauschning o David Lewis), manipolando a destra e a manca e intessendo una fantasmagorica ragnatela di presunti collegamenti, contatti ed influssi, Robin cercò di accreditare la tesi secondo cui Hitler sarebbe stato nientemeno che un precursore dell’Anticristo e, anticipando le grida d’allarme sul “nazislamismo” che vengono lanciate da alcuni recenti “crociati dello Zio Sam”, volle mettere in guardia contro la rivincita apocalittica preparata dal nazismo, alleato a un “certo Islam”.
Il libro di Sebottendorff era invece la traduzione di Bevor Hitler kam (München, 1933 e 1934), una storia della Thulegesellschaft scritta dal suo fondatore stesso. L’edizione italiana recava un saggio introduttivo di Renato del Ponte su La realtà storica della “Società Thule”. L’autore di tale introduzione, che sul periodico da lui diretto aveva precedentemente accreditato l’idea di una presunta “conoscenza segreta” della Thulegesellschaft (3), passava a sostenere una tesi ben diversa: la “Società Thule” non presenta affatto quelli che vengono chiamati da Del Ponte, con espressione che rivela una concezione alquanto riduttiva dell’esoterismo, “risvolti esoterici” (p. 4).
Da parte nostra, è sulla base di una logica elementare che neghiamo il concetto stesso di “esoterismo nazista”, in quanto l’esoterismo è l’aspetto interno di una dottrina tradizionale – e dottrina tradizionale il nazionalsocialismo non fu. Però, se un “esoterismo nazista” non è esistito, per il semplice fatto che non poteva esistere, non si può certo liquidare come fantastoria o come “seducente eggregoro” un fatto incontestabilmente vero: che legittimi esponenti dell’esoterismo tradizionale e, più in generale, ambienti e istituzioni tradizionali autentiche considerarono il nazionalsocialismo come il possibile alleato di una loro azione o, comunque, come una forza capace di determinare condizioni favorevoli al mondo della Tradizione. Ci riferiamo essenzialmente all’Islam e all’Induismo.
Per quanto concerne l’Islam e il contributo dato dai musulmani al tentativo messo in atto dal Terzo Reich, rinviamo il lettore alle opere di Stefano Fabei pubblicate dalle Edizioni all’insegna del Veltro (4).
Circa i rapporti intercorsi tra l’induismo e la Germania nazionalsocialista, invece, il lettore ha a disposizione uno scritto di Savitri Devi (5), L’India e il nazismo (Edizioni all’insegna del Veltro, Parma 1979), che al suo apparire suscitò interesse, attenzione e apprezzamenti positivi non solo presso i sostenitori della realtà dell’”esoterismo nazista”, ma anche presso rispettabili professionisti della storiografia e presso osservatori di orientamento tradizionalista (6).
Ora, di fronte a certi tentativi che mirano ad assimilare la testimonianza di Savitri Devi alla letteratura nazioccultistica, riteniamo necessario presentare al lettore francese alcuni dati che probabilmente gli sono sconosciuti.
L’austriaco Agehananda Bharati, un docente universitario di antropologia e “practicing Tantric yogi” (7) che è lontano sia dall’induismo ortodosso sia dal filonazismo, ha raccolto una documentazione che conferma ed integra le

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