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Ora che gli occhi sono in Asia

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Serve enfatizzare un “pericolo” che aiuti alleanze anti-Cina

 

Misteriose scosse sismiche, silenzi enigmatici e, soprattutto, avvisi di navigazione che lasciano poco spazio all’immaginazione. In Corea del Nord si respira un clima di attesa, come se all’orizzonte stesse per verificarsi un evento cruciale ai fini della sopravvivenza del Paese. Le probabilità che Pyongyang stia per effettuare un test missilistico sono piuttosto alte, anche alla luce della recente comunicazione diffusa dal governo nordcoreano e diretta alle navi che transitano al largo delle coste orientali della nazione.
Il messaggio è chiaro: potrebbero esserci dei disagi, dunque evitate di attraversare le zone marittime situate a est perché quel tratto di mare sarà chiuso alla navigazione. Come se non bastasse, Kim Jong Un deve sopportare a denti stretti le esercitazioni congiunte di Stati Uniti e Corea del Sud. Quale modo migliore di reagire all’apparente ingiustizia se non lanciando un bel missile? Il momento, dal punto di vista nordcoreano, sarebbe perfetto. E non solo per le suddette esercitazioni, ma anche per il caos afghano che ha, di fatto, travolto gli Stati Uniti e Joe Biden.
Il presidente americano è finito nell’occhio del ciclone, e ulteriori tensioni nella penisola coreana potrebbero ulteriormente danneggiare la sua immagine. Certo è che, come ha sottolineato l’agenzia sudcoreana Yonhap, lunedì scorso un aereo di ricognizione statunitense ha rilevato una scossa sismica di magnitudo 4,3 a Rajin, nel nord-est della Corea del Nord, anche se, secondo funzionari del Comando Congiunto sudcoreano non si sarebbero verificati lanci di missili o test di armi da parte di Kim.

La (possibile) strategia di Kim
La domanda che vale un milione di dollari è una: la Corea del Nord ha intenzione di condurre test di armi mentre sono in corso le esercitazioni congiunte tra Seul e Washington, che si concluderanno il 26 agosto? Difficile rispondere con certezza, anche se abbiamo ormai imparato a conoscere i comportamenti più superficiali di Pyongyang.
I nordcoreani, ad esempio, manifestano regolarmente irritazione per le esercitazioni militari annuali di Stati Uniti e Corea del Sud, che considera prove generali di invasione. Non a caso, la settimana scorsa, la Corea del Nord ha inviato messaggi minatori all’indirizzo di Washington e Seul, affermando che le esercitazioni congiunte sono “un atto ostile di autodistruzione che verrà pagato a caro prezzo” e che porteranno “una più grave minaccia alla sicurezza” dei due Paesi.
Ma che cosa spera di ottenere Kim? Proviamo a unire un paio di punti. Con Biden e gli Stati Uniti travolti dall’onda Afghanistan, la Cina (alleata di Pyongyang) in rampa di lancio per quanto concerne le questioni internazionali e una situazione economica interna delicatissima, tra piogge torrenziali, siccità e l’ombra del Covid, la Corea del Nord potrebbe tirare la corda per ottenere aiuti di vario tipo. Resta da capire se Kim ha davvero un jolly tra le mani da giocare e, soprattutto, se la comunità internazionale sceglierà di reagire con fermezza all’eventuale atto ostile di Pyongyang.

Il test misterioso
Tornando al test, bisogna comunque sottolineare che il suddetto divieto di navigazione è entrato in vigore lo scorso 14 agosto, ma da allora non è stato effettuato alcun lancio di missili o di proiettili d’artiglieria. Non è escluso, secondo quanto riferiscono fonti sudcoreane, che Pyongyang possa aver già tentato senza successo un lancio balistico nella giornata di domenica.
Dal canto suo, un portavoce del ministero della Difesa nazionale sudcoreano ha spiegato che le Forze armate nordcoreane sono impegnate nella conduzione delle annuali manovre estive, e che il provvedimento di blocco localizzato della navigazione potrebbe essere legato alla conduzione di esercitazioni.
Nel frattempo, l’inviato speciale di Washington per la Corea del Nord, Sung Kim, è sbarcato a Seul. Kim, scrive Reuters, ha affermato che gli Stati Uniti non hanno intenti ostili nei confronti di Pyongyang e sono aperti a incontrarsi in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo. “Le esercitazioni militari combinate in corso Usa-Corea del Sud sono di vecchia data, di routine e di natura puramente difensiva e supportano la sicurezza di entrambi i nostri Paesi”, ha provato ancora a giustificarsi Kim. L’altro Kim, intanto, è in attesa di sferrare la sua mossa.

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