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Ora l’Euro può temere

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Brics s’organizza senza cercarvi più sponda. Loro e gli Usa sacrificheranno noi?

 

C’erano una volta i “Bric”, il gruppo di quattro paesi emergenti (Brasile, Russia, India e Cina) coi più alti tassi di sviluppo e la maggiore importanza economica su base regionale. Col passare degli anni la voglia di assumere un maggior peso politico oltre che economico a livello mondiale è sempre più evidente e i “Brics” (ai primi quattro si è aggiunto dal 2010 il Sud Africa) stanno da tempo tentando di affrancarsi al controllo economico dell’Occidente finora garantito da un lato dalla valuta di scambio internazionale, il dollaro, dall’altro dal controllo della World Bank e del Fondo monetario internazionale, istituzioni nate dopo la seconda guerra mondiale a Bretton Woods i cui vertici vengono designati rispettivamente dagli Stati Uniti e dall’Europa.
Così dal vertice dei cinque “Brics” a Durban, in Sud Africa, molti si aspettano novità che potrebbero ulteriormente allentare la dipendenza dalle istituzioni finanziarie mondiali, ad esempio con la creazione di una nuova banca mondiale di sviluppo o di una serie di accordi per garantire maggiore stabilità tra i cambi e una gestione comune delle riserve valutarie (che nel complesso valgono 4,4 triliardi di dollari) di paesi il cui interscambio commerciale, dieci anni fa pari a 27 miliardi di dollari l’anno, è già salito a fine 2012 a 282 miliardi e potrebbe superare quota 500 miliardi entro la fine del 2015 secondo alcune stime del governo brasiliano.
Che il sistema vada riformato lo chiedono ormai a gran voce i governi dei cinque, stanchi di aspettare “concessioni” da parte degli Stati Uniti, che nel 2010 non vollero ratificare un accordo per dare maggiore potere ai paesi emergenti in seno al Fondo monetario internazionale e lo scorso anno hanno nominato l’americano di origini asiatiche Jim Yong Kim quale nuovo numero uno della World Bank (ignorando i candidati della Nigeria e della Colombia) e dell’Europa, che ha piazzato nel 2011 l’ex ministro delle finanze francesi, Christine Lagarde, quale nuovo direttore generale del Fondo monetario internazionale in sostituzione del connazionale dimissionario Dominique Strauss-Khan (anche in questo caso senza dare alcun spazio al candidato dell’India).

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