Fioretto individuale femminile
Un podio tutto italiano. E’ successo solo una volta, nella storia delle Olimpiadi: nel ’56 a Melbourne con la spada maschile. Ma le ragazze stavolta si superano. Prima: Elisa Di Francisca. Seconda: Arianna Errigo. Terza: Valentina Vezzali. Arianna (Errigo) ed Elisa (Di Francisca): compagne di stanza nei ritiri, debuttanti ai Giochi, amiche e rivali, si sono ritrovate di fronte proprio in finale nel fioretto. La bellezza e la crudeltà dello sport. Ha vinto Elisa, 12-11. Meravigliosa, commuovente la Vezzali ha strappato come una furia la medaglia di bronzo alla coreana Nam dopo aver perso la semifinale contro la Errigo. Una rimonta (13-12) che ha entusiasmo un palazzetto tutto italiano, canti, cori e tanto orgoglio. Sembrava ko, Vale: ma lei non lo è mai. E l’ha ancora dimostrato. Un esempio per quelle che verranno dopo. “Ho tirato col cuore, è dura andare in pedana dopo aver mancato la finale. L’ultima medaglia l’ho portata a casa. Ho superato un po’ l’esuberanza di queste ragazze che hanno una filosofia diversa dalla mia. Fare la portabandiera mi ha aiutato, non ha assolutamente influenzato sul risultato. Ci tenevo tanto a questo oro, ma posso riprovarci a Rio fra quattro anni”. E piange.
La scherma, la nostra miniera. La nostra cassaforte come dice Pagnozzi. Centodiciassette medaglie in tutta la storia delle Olimpiadi (solo gli Usa hanno fatto meglio con l’atletica). Nessun altro sport in Italia ci ha dato tanti successi. La scherma siamo sempre noi. La patria di Edoardo Mangiarotti (13 medaglie olimpiche), ora delle ragazze terribili: abbiamo iniziato nel 1900 a Parigi con la “sciabola per maestri”, non abbiamo mai finito di vincere.
La nostra portabandiera, la meravigliosa trentottenne Valentina Vezzali, stavolta ha dovuto lasciare spazio alle più giovani. Ha eliminato una giapponese, una cinese e una tunisina prima di ritrovarsi il derby in semifinale con la Errigo. Lì, non c’è stato nulla da fare: Arianna, 24 anni, brianzola di Monza, esordiente ai Giochi, ha preso in mano subito la partita, vincendola con facilità 15-12. Un balletto fra le due, un paio di stoccate contese, qualche recriminazione. Un saluto frettoloso a fine gara. “Mi do un 8 in pagella, per ora: perr il 10 manca la stoccata finale… Oggi ho battuto Valentina, una grande rivale, arrivata qui motivatissima e accannita perché voleva il quarto oro”, ha detto Arianna. Nell’altra semifinale la coreana Nam Yun Hee e la Di Francisca: splendida la rimonta della jesina trentenne, 11-10. Poi, la finale. Premia il membro Cio (dal 1982) Franco Carraro:” La scherma ha dimostrato che ha un sempre un futuro, lo sport italiano non poteva partire meglio”.
Malgrado Napolitano, malgrado Draghi, malgrado Monti, malgrado Passera, malgrado Grilli, malgrado la Fornero, malgrado Abate, malgrado Prandelli, c’è un’Italia che non accenna ancora a morire.
