giovedì 18 Luglio 2024

Pacifinti alla riscossa

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Ritiro delle truppe “se…”, fine della guerra “ma…” : la sinistra è allo sbando. Anche in Italia – come negli USA – un ipocrita schieramento progressista contende alla destra liberale e guerrafondaia il primato per lo schieramento più asservito ai voleri delle oligarchie. Paese che vai, Kerry che trovi.

ROMA – Fatta la grande alleanza, consacrata dal ritorno di Romano Prodi alla politica italiana, nel centrosinistra tornano le tensioni sulla questione irachena e sulla mozione unitaria per il ritiro delle truppe. Questione che l’11 ottobre, al vertice dei segretari dei partiti del centrosinistra, sembrava ormai superata. Il vertice aveva scelto di non avanzare, almeno per ora, nessuna richiesta in merito alla calendarizzazione della mozione sull’Iraq, rinunciando anche a chiedere il ritiro “qui ed ora” dei soldati italiani.

Ma le varie anime dell’Ulivo tornano a farsi sentire, tra conferme e smentite. Salta così riunione che avrebbe dovuto svolgersi oggi tra il Forum dei parlamentari pacifisti e i capigruppo del Listone. Rimandata a lunedì. Motivo del contendere proprio il testo della mozione unitaria sull’Iraq: secondo alcuni parlamentari pacifisti, il capigruppo dei Ds Luciano Violante e quello di Rifondazione Comunista, Franco Giordano, avrebbero messo a punto insieme una bozza di mozione.

Giordano però smentisce: “Penso che ci siano invece le condizioni per arrivare, attraverso una discussione comune, a una mozione unitaria del centrosinistra che tenga insieme la nuova conferenza internazionale di pace e la richiesta di ritiro delle truppe”. E Violante spiega così lo stato delle cose: “La bozza che abbiamo fatto conoscere a tutti i colleghi dell’opposizione è stata approvata da tutti e riporta le dichiarazioni di Prodi. Non c’è nessun documento Violante-Giordano o Violante-Castagnetti”.

Dichiarazioni che non convincono i Verdi e il Pdci. Maura Cossutta dei Comunisti italiani spiega che il metodo è sbagliato perché sono solo alcuni esponenti della coalizione a discuterne. Non solo. “Nella bozza in questione – aggiuge Cossutta – si prevede, nel contesto della conferenza internazionale di pace e della sostituzione delle truppe occupanti con un contingente internazionale, il ritiro delle truppe italiane. Così è inefficace”. La svolta, secondo Cossutta, “deve essere chiesta con il ritiro delle truppe”.


E il leader dei Verdi, Alfonso Pecoraro Scanio, puntualizza in una nota: “La nostra posizione parte dal fatto che a giugno votammo tutti per il ritiro immediato e oggi, come abbiamo fatto nel vertice dell’Ulivo l’11 ottobre scorso, aggiungiamo alla richiesta del ritiro immediato anche la richiesta della conferenza internazionale e la sostituzione delle truppe. Questo lo ha detto Prodi con chiarezza e credo che tentativi di arretrare rispetto a questo in una mozione parlamentare trovano i Verdi nettamente contrari”.

Evita la polemica il Correntone Ds. Famiano Crucianelli, uno dei leader del Forum pacifista, spiega che “una questione così importante, come la crisi irachena, richiede una discussione seria”. E a complicare le cose ci sono anche le perplessità della Margherita che non vorrebbe discutere la questione Iraq a fine ottobre, in attesa dell’esito delle elezioni presidenziali americane del 2 novembre.


(20 ottobre 2004)

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