Ognuno vuole imbavagliare un altro e si augura che scompaia; così vanno tutti a fondo insieme, ma detestandosi
C’è chi gode per la morte degli arabi, donne, vecchi e bambini, ma non ha il coraggio di dirlo perché non sta bene e quindi si allinea sulla falsa tesi dei bombardamenti israeliani come risposta difensiva.
C’è chi auspica la morte degli ebrei e sostiene che se un bambino israeliano muore, rispetto a undici o dodici bambini palestinesi, tutto sommato se l’è meritata.
Chi gode quando muoiono gli arabi fa finta di non capire che il macello a Gaza è stato avviato per salvare il governo di Netanyahu ed evitargli la prigione.
Chi auspica che muoiano gli ebrei fa finta di non accorgersi a che gioco ambiguo e sporco gioca Hamas.
Pressoché inesistente una posizione lucida, obiettiva, ponderata e corretta, per non parlare di una posizione cavalleresca: tutto va in vacca in un vomitevole tifo da ultrà.
Libertà per me ma non per te
C’è chi vuole imporre il modello omosessuale, transessuale o gender a tutti e mandare in galera chiunque non la pensi così, facendone automaticamente un omofobo, cosa che non è. Sono i forcaioli della Zan.
C’è chi invece si ribella a questa legge liberticida, in nome della libertà.
Ma è plausibile che la libertà in sé c’entri poco e che si debba leggere libertà per la propria parte.
Tant’è che proprio oggi a Milano la Lega ha manifestato contro il ddl, quella stessa Lega che due giorni fa aveva manifestato a Roma in favore del bombardamento dei territori occupati di Palestina e della loro annessione ad Israele che da ben 54 anni trova tutte le scuse per ritardare il ritiro delle truppe, impegno preso con il Diritto Internazionale.
Insomma: decidono loro chi dev’essere libero e chi no.
Di che cottolengo sei?
Le cose vanno così ovunque: giustizialisti con gli altri, garantisti con i propri. Si richiedono leggi che non solo imbavaglino, ma annientino chiunque abbia un sentimento diverso dal proprio, senza che ci si preoccupi di capire quale esso sia e se è così sbagliato come si pretende.
Siamo alla parcellazione totale. La società costruita dalla generazione che mezzo secolo fa scandiva “vietato vietare” procede solo con imposizioni, divieti, vincoli e linciaggi.
Non si è più per un principio giuridico e politico, si è progay o antigay, per Black Live Matter o per il Ku Klux Klan, scientisti o superstiziosi, deterministi o complottisti. Così si perde ogni capacità d’intendere il reale e di articolare qualsiasi progetto politico, com’è palese ormai da tempo immemore nelle opposte cagnare mediatiche montate regolarmente sul nulla.
Democrazia
Tutto ciò è il prodotto della democrazia lasciata a se stessa, non più neutralizzata dagli antidoti di cui si erano comunque dotate le società liberali. La democrazia fine a se stessa è la relativizzazione di tutto: ogni cosa è possibile, ogni concetto non è valido in sé, né per essenza, né per esperienza, ma è oggetto di asta da mercato. Così viene meno ogni orientamento, fatto salvo quello di natura animale. Essendo nel frattempo la società implosa e atomizzata, mancando qualsiasi Centralità e Autorità, non vi è modo per chi è solo (ovvero per quasi tutti) di trovare sponda o sostegno e soltanto delle minoranze organizzate o lobbies possono contare e contano spadroneggiando su tutti. Non è democratico! Qualcuno urla, ma si sbaglia, è proprio questa la democrazia nella sua assolutezza. Studiare la storia fin dai tempi della Grecia invece di infarcirsi la testa di luoghi comuni del tutto menzogneri! La democrazia è il sistema più liberticida, parcellizzato e iniquo che esista. E non mi si obietti che il comunismo è peggio: il comunismo è la democrazia assoluta ed è fallimentare proprio perché tale. La nostra supposta postdemocrazia è infatti intrisa di comunismo, né potrebbe essere altrimenti.
Siamo tutti uguali ma lo sono soltanto io
Così oggi si fanno le leggi su misura: leggi femministe, leggi lgbt, leggi per le multinazionali, leggi sulla comunicazione, leggi sul fisco pro grandi gruppi, leggi per la verità di questa o quella comunità, leggi per i soviet.
Non si accontentano mai. Non basta promulgare leggi contro la violenza e la sopraffazione fingendo d’ignorare che si trovavano già nel Codice, no, si deve distinguere se chi la subisce è gay, è ebreo, è femmina, è lesbica, è africano: mica sono tutti uguali!
Tant’è che già si sono avuti scontri tra associazioni lesbiche.
Sono talmente diseguali tra loro che gli omosessuali maschi sono i soli che non hanno un proprio nome. Anche lì il femminismo ha colpito.
Del resto basti guardare le manifestazioni, tipo quella del 25 aprile, per vedere come si menano tra di loro perché ognuno vuole l’esclusiva sulle immagini e le parole.
Celle virtuali
Ogni giorno che passa la trama s’infittisce e tutto si frastaglia sempre di più.
Si ghettizzano spontaneamente. Lo fanno nelle nicchie di facebook, lo fanno con i ghetti social e con i macroghetti social (tipo il nuovo di Trump o il social russo); ognuno vuole imbavagliare tutti gli altri e sogna leggi che lo facciano, leggi che consentano d’imporre a tutti gli altri i propri gusti, i propri pregiudizi e i propri razzismi, accusando ovviamente di razzismo quelli degli altri.
Ogni giorno che passa s’incattiviscono, s’inacidiscono, aumentano di livore e d’intolleranza.
Ogni giorno che passa vogliono imporre i propri commissari politici senza sapere, dato che non conoscono il passato, che tutto questo finisce regolarmente nel disastro generale, un disastro che li travolgerà tutti immancabilmente, protagonisti “rivoluzionari” in primis.
Peggio per voi
Lo stato generale, clinico e mentale prima che politico, peggiora di ora in ora e non c’è verso che tutto questo s’interrompa. Chi non riconosce l’oriente non può orientarsi, chi non ha più bussola non vede il nord. Poiché viviamo senza criterio, nel chiasso del mercato, in preda a sopraffazioni incrociate tra minoranze ogni giorno più infelici, ma siccome si tratta di un ricorso storico che di tragedia scade in farsa, non finirà tutto in quel bagno di sangue che, comunque, molti auspicano pur dichiarandosi di tutt’altre intenzioni. Chi ha smarrito il senso comune, chi ha smarrito i criteri di fondo da cui sono nati la vita e l’universo, in questo labirinto senza uscita finirà semplicemente pazzo. Poi potrà scegliere se sul taschino della sua camicia da forza ci sarà la foto di Netanyahu o quella di Zan, un simbolo jihadista o una stella partigiana.
In fondo, che cambia?