”Una brutta riforma” vista ”l’interdizione dalla professione e le pene triplicate quando si diffamano politici e magistrati”. E’ il giudizio dell’Unione Nazionale Cronisti Italiani, il Sindacato cronisti romani e il Gruppo cronisti toscani sulle proposte di riforma del reato a mezzo stampa che ”partorita dalla commissione giustizia dopo 7 anni di battute a vuoto, e’ arrivata nell’aula di Montecitorio”.
(ANSA) – ROMA, 19 OTT – ”Scordato per ora in un cantone il tintinnio di manette dopo il clamore del caso Jannuzzi – affermano in una nota – il rischio dell’intimidazione nei confronti dei giornalisti rimane in agguato. Dietro la pena ad una multarella di 5mila euro si annida l’insidia della fedina sporcata e, soprattutto, dell’interdizione fino a sei mesi dalla professione giornalistica in caso di recidiva e, quindi, dal lavoro, a discrezione di un giudice monocratico, invece di un tribunale collegiale, che decide da solo di liberta’ di stampa”.I tre organismi sindacali affermano che ”di fatto si creerebbe un clima da censura preventiva” e che la ”condanna penale spiana la strada alle cause di risarcimento, il cui tetto di 30 mila euro puo’ diventare una misura di routine, peraltro agevolmente scavalcabile in caso di recidiva sempre probabile in tempo di querele facili e di rischi non eccessivi per i querelanti”.A proposito della ”tanto sbandierata alternativa della rettifica” sostengono che ”obbliga a ingoiare il rospo di possibili precisazioni fasulle perche’ due giorni di tempo per pubblicarla con evidenza, non permettono una verifica sulla veridicita’ dei contenuti perche’ sono vietati commenti ed obiezioni ed, infine, il risvolto piu’ pericoloso, perche’ non e’ contestata al giornalista bensi’ al suo direttore che potrebbe ignorarla”.Tutto cio’, concludono, ”condizionerebbe fortemente il diritto dovere di cronaca, la professionalita’ e l’autonomia di giudizio”, mentre e’ ”necessario alzare la guardia della vigilanza e della denuncia per scoprire tutti gli altarini dietro le illusioni di una riforma senza manette”.(ANSA)