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Penso a Laura

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e all’anziana signora

Vedo spesso un’anziana signora che cammina lentamente. Ha superato i novant’anni. La prima volta che ci siano incontrati è stata davanti al capitello della Sacra Famiglia, posto vicino alla mia casa. Stava pregando e la osservai, era bella come un fiore di maggio, serena perché nel suo volto si poteva leggere la pace che possedeva in quel momento. Rivolta alla Madonna chiedeva aiuto per le persone che le erano care. La salutai e mi misi a parlare con lei, mi confidò che si sentiva stanca a portare molti pesi. La vecchiaia non è una buona compagnia, specialmente in questa società che non supporta gli anziani.
La donna si mise a raccontarmi di una ragazza che aveva conosciuto durante il periodo bellico. Questa giovane si era nascosta con delle altre persone in un rifugio per scampare agli attacchi aerei anglo-americani. Abitava a Gorgo al Monticano, in provincia di Treviso, assieme alla sua famiglia e quel giorno fatale la madre cercò invano di farle comprendere che il pericolo che veniva dal cielo non era finito. In quel momento l’aereo americano mitragliò e la giovane Laura di quattordici anni cadde al suolo uccisa. Subito giunse la madre, ma i tentativi di soccorrerla furono inutili. Nessuno poteva fare nulla per lei. La signora anziana fu tra le prime ad assistere la ragazza, sorreggendole il capo insanguinato. La donna che ho innanzi è nata nel 1925, mentre mi racconta questo episodio le pare di essere tornata indietro con il tempo. Ricorda che quel giorno assolato, sua madre l’aveva mandata a raccogliere della legna che si trovava di solito lungo la ferrovia, si trattava di piccoli pezzi per accendere il fuoco e che deponeva in una grande cesta di vimini. Quello che accadde fu come un uragano, il volto della ragazza colpita era ancora molto bello. Penso a Laura, a quella vita stroncata prima di realizzare i suoi sogni. Parlo spesso con lei della Seconda Guerra Mondiale che ha portato solo sofferenza e morte, bussando alla porta delle famiglie senza ragione. Ho sentito raramente raccontare di episodi di morte provocati dai bombardieri anglo-americani che si abbattevano sulla popolazione inerme, su donne e bambini che lavoravano sui campi: questi atti criminali non hanno nessuna giustificazione. Questi aerei facevano un vero e proprio tiro al bersaglio, ma la cosa di cui sono certo è che i piloti saranno stati decorati con alte onorificenze. Sono episodi di guerra che non dovrebbero essere dimenticati e lasciati nel silenzio, il loro ricordo persiste finché i testimoni sono in vita. Io, invece, sento il dovere di ricordarli nelle pagine dei miei libri.

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