venerdì 19 Luglio 2024

Piangeremo sul latte versato

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Sulle quote latte, e sull’emendamento Azzollini alla manovra economica, l’Italia rischia ora una procedura d’infrazione da Bruxelles. L’avvertimento arriva dal commissario all’Agricoltura Dacian Ciolos in una lettera inviata al ministro Giancarlo Galan, anch’egli fortemente contrario all’emendamento approvato per un solo voto in commissione al Senato. Intorno alla norma del relatore di maggioranza che prevede un rinvio a dicembre del pagamento delle rate a carico degli agricoltori per le multe relative alle quote latte (a partire dalla rata del 30 giugno), si giocano forti tensioni all’interno della maggioranza, tali da indurre lo stesso Galan, decisamente irato per l’introduzione della norma, a mettere sul piatto le proprie dimissioni se l’emendamento, fortissimamente voluto dalla Lega, dovesse restare in piedi. Una battaglia di fronti opposti («l’emendamento passerà» ha assicurato il leader del Carroccio Umberto Bossi), sul quale arriva ora la dura minaccia della Ue. Domani Galan volerà a Bruxelles per la riunione del Consiglio dei ministri europei dell’agricoltura.
Le parole di Ciolos intanto non lasciano dubbi sulle intenzioni della Ue: se l’emendamento «dovesse essere adottato, la Commissione sarebbe costretta ad avviare la procedura appropriata ai sensi del Trattato», scatterebbe cioè la procedura d’infrazione. «Non c’è alcun dubbio che la sospensione dei pagamenti, prevista nell’emendamento, sarebbe non solo in netto contrasto con il diritto Ue ma anche con i ripetuti impegni, assunti a livello politico dal Governo italiano, di imporre una rigorosa ed efficiente applicazione del regime delle quote latte in Italia», scrive ancora il commissario Ue. Inoltre, «sospendere i pagamenti sarebbe non solo in contrasto» con la Decisione unanimemente adottata dal Consiglio nel 2003, «ma priverebbe – sottolinea ancora Ciolos – anche gli agricoltori italiani interessati dei vantaggi finanziari di quel piano che consiste nel pagare i prelievi senza interessi su 14 anni invece di pagare l’intero debito in una unica soluzione».
«Mi è d’obbligo sottolineare – prosegue il commissario – che il diritto Ue impone all’Italia di assicurare l’effettiva riscossione dei prelievi sulle eccedenze dovuti dai produttori di latte». Perciò, se sospendesse l’applicazione del piano di rateizzazione approvato nel 2009, «l’Italia sarebbe ancora più distante dall’adempimento dei suoi obblighi di riscossione ai sensi del diritto Ue. Sulla vicenda è intervenuto anche il leader dell’Udc, Casini: «Chiediamo al governo di ripristinare la legalità e di appoggiare la linea di Galan, e non certo quella di sottostare ancora una volta ai ricatti della Lega».
E a proposito della Lega, ieri è sceso in campo anche il ministro per la Semplificazione normativa, Roberto Calderoli: «Sulle quote latte – ha detto – il Parlamento ha deciso e quel che decide il Parlamento lo si rispetta. A noi stanno a cuore gli interessi dei cittadini e non le diavolerie o le mistificazioni europee. E in questo senso abbiamo agito».

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