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Più black che rock

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Il pericoloso uber della finanza

 

Tutti hanno sentito parlare almeno una volta di Goldman Sachs, la potente banca d’investimento americana, da decenni dentro agli affari europei. Ma pochi conoscono Blackrock, oggi la più grande società d’investimento al mondo, con un patrimonio gestito di 6.3 trilioni di dollari, il Pil di Francia e Spagna messe insieme, quasi tre volte il nostro debito pubblico. La roccia nera deve la sua fortuna alla gestione patrimoniale: fondi pensione, banche, Stati, risparmiatori come noi, sono i suoi clienti. E siccome gestisce i soldi degli altri, è discreta, non si vede, dice che non bisogna regolamentarla come una banca. Eppure è il primo investitore straniero in Europa (e in Italia), azionista di peso in banche come la Deutsche Bank, Intesa San Paolo, Bnp, Ing, azionista rilevante anche nei settori dell’energia, chimica, trasporti, agroalimentare, aeronautica, immobiliare, dove vota regolarmente nelle assemblee generali, con una quota importante di voti. E detiene anche un grosso volume di bond di debito pubblico. Blackrock è come il wifi, invisibile, eppure presente.
Il suo fondatore e amministratore delegato, Larry Fink, è uno degli uomini più influenti al mondo, la rivista americana Fortune lo mette quest’anno all’ottavo posto dei più «grandi leader», dopo Bill Gates e prima di Emmanuel Macron, nel 2015. Quando viene in Europa, questo ex trader californiano, viene ricevuto come un capo di Stato, che vada a Roma a incontrare Renzi (nel 2014), a Parigi da Emmanuel Macron, all’Aia da Marc Rutte. In America Fink è ben conosciuto, ospite fisso dei programmi finanziari della Fox, Cnn, Cnbc. Da noi non è ancora una star del grande pubblico, anche se una scelta di mercato di Blackrock o un suo commento politico, possono cambiare l’andamento dei mercati e degli spread.
La grande fortuna della roccia nera, nata solo trent’anni fa (1988), viene dai fondi passivi, gli ETF o exchanged traded funds, 72% del suo portafoglio. I fondi passivi non sono nuovi, ma nell’ultimo decennio sono letteralmente esplosi, occupando oggi il 40% del totale delle azioni nel mondo, con Blackrock leader assoluto di questo settore. La ragione principale del loro boom è che costano poco, 0.2% del valore investito, un decimo circa rispetto ai costi di un fondo attivo. Ma mentre un fondo attivo è gestito da manager che cercano di migliorarne il risultato, un Etf va in automatico, copia come un clone il valore di un indice di borsa (Mib a Milano, Cas 40 a Parigi, Dax 30 a Francoforte o Ftse 100 a Londra). Se le azioni dell’indice vanno su, sale anche il valore dei fondi Blackrock, se l’indice perde valore, scendono anche i fondi passivi. Questo spiega il successo di Blackrock, soprattutto negli anni della crisi, dal 2008-2009 in poi. I rendimenti dei fondi attivi cominciavano a diminuire e la gente aveva sempre meno soldi da investire. Blackrock è diventato l’Uber della finanza : poco caro e a portata di tutti.
Ma c’è di più. Oltre ai fondi, Blackrock cresce anche grazie al successo del suo software per la gestione del rischio, Aladdin (Asset, Liability, Debt and Derivative Investment Network). Sviluppato da Larry Fink per proteggere la società da cattivi investimenti, Aladdin è ormai venduto in 50 paesi, analizza 30 mila portafogli, anche concorrenti di Blackrock, come la francese Bnp Paribas, il fondo britannico Schroders e tante grosse banche e assicurazioni. Gli utilizzatori parlano di un piccolo genio, proprio come quello della lampada di Aladino, che riceve i dati sensibili di una banca – la sua contabilità, i collocamenti nel mercato – e calcola in tempo reale il rischio di ogni operazione. Secondo il Financial Times Aladdin gestisce 250.000 operazioni ogni giorno per un capitale di 20 mila miliardi di dollari, una montagna di dati che i server di Blackrock accumulano sui cloud della società. Larry Fink ha promesso di portare il fatturato di Aladdin dal 7% del totale di Blackrock oggi, al 30% nei prossimi cinque anni.
E non finisce qui. Blackrock indossa tanti cappelli. In Europa si è fatta conoscere nei giorni bui della crisi economica quando la Troika (Fondo monetario internazionale, Commissione e Banca centrale europea) pretese che la società americana studiasse i conti delle banche a rischio fallimento. In Irlanda e Grecia, ma poi anche a Cipro e in Spagna e più recentemente in Olanda, la società americana è stata chiamata a studiare i portafogli delle banche e in particolare la qualità dei crediti deteriorati o a effettuare stress test sulle stesse banche, a proporre una ristrutturazione di alcuni istituti di credito. Nonostante Blackrock sia anche la maggiore azionista di molte di queste banche. In Irlanda, solo otto mesi dopo aver consigliato il governo su come ristrutturare quattro banche, la roccia nera ha comprato il 3% della Banck of Ireland, una di quelle salvate.
Blackrock è molto benvoluta anche dalla Banca centrale europea che per due volte l’ha chiamata come advisor, l’ultimo contratto nel 2016 per preparare gli stress test di 39 grosse banche europee. Banche dove, ancora una volta, Blackrock è azionista di primo piano. Confitto d’interessi, vantaggi sul mercato quando si è cosi’ vicini alle istituzioni ? No, dichiara con fermezza la roccia nera: all’interno delle filiali di Blackrock esistono delle vere e proprie muraglie cinesi, che impediscono ai dipendenti di parlarsi e scambiarsi informazioni confidenziali. Anche se molti esperti dicono che a un certo livello molto alto di management, la parte advising si riunisce con quella di investitore e di controllore, intorno a uno stesso tavolo.
Ma chi controlla Blackrock? Questo non è un tema nell’agenda dei governi europei. E’ piuttosto il contrario, il colosso americano viene assunto dai governi per controllare altre società. Come nel caso recente dell’Irlanda che nel marzo del 2018 ha chiamato Blackrock per gestire un fondo di 14 miliardi di euro, illegalmente ricevuti, secondo la Commissione europea, dalla Apple, come aiuti di stato. E cosi’ la società di Larry Fink, che possiede 52 miliardi di azioni Apple (Blackrock è il secondo maggiore azionista in Apple dopo l’altro asset manager Vanguard), sta analizzando la sua stessa pancia per consigliare al meglio il governo di Leo Varadkar, in attesa che la disputa con la Corte di giustizia europea (tra Stato irlandese e Commissione) termini.
Il board di Blackrock è ben cosciente del peso e dell’influenza che la società, per quanto gestisca i soldi degli altri, esercita a livello planetario. Il 16 gennaio scorso Larry Fink ha scritto una lettera ai Ceo delle società dove Blackrock è azionista, chiedendo loro di avere uno «scopo sociale», «non concentrarsi solo sulle performance finanziarie». «Molti governi sono impreparati ad affrontare il futuro», dice Fink nella sua lettera, e quindi “la società si rivolge sempre di più al settore privato ». Poi la missione per ogni società : «Ogni azienda deve dimostrare di aver fornito un contributo positivo alla società, a beneficio di tutti, azionisti, dipendenti, clienti..». Che succede, il volto della finanza sta cambiando, un insieme di fondi passivi vuole ora salvare il mondo? Intanto, dal gennaio del 2017, il titolo Blackrock è aumentato del 40%.
(Blackrock non ha voluto rispondere alle domande di Investigate-Europe, nè con interviste nè con risposte scritte)

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