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“Più soldi per noi”

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Baroni e discepoli contro controlli e tagli ai loro finanziamenti

 

ROMA – Slitta di nuovo il voto sulla riforma per l’universita’. La Conferenza dei Capigruppo di Montecitorio ha infatti fissato a martedi’ 30 novembre, entro le 20, il voto del ddl che, secondo le previsioni, si sarebbe dovuto licenziare entro oggi.  In questa nuova giornata calda sul fronte della protesta degli studenti contro il governo ed i tagli previsti nella riforma del ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini, il Governo è stato battuto nell’Aula della Camera su un emendamento di Fli alla riforma dell’Università su cui l’esecutivo aveva reso parere contrario. L’emendamento, all’articolo 16 di cui è primo firmatario Fabio Granata, è passato con 261 no, 282 sì e tre astenuti. L’emendamento di Fli,  riguarda l’abilitazione scientifica nazionale che richiede requisiti distinti per le funzioni di professore di di prima e di seconda fascia. Prevede che che al comma 3 lettera F dell’articolo 16 si sostituiscano le parole ”nuovi e maggiori oneri” con le parole ”oneri aggiuntivi”.  Il risultato della votazione di Montecitorio è stato accolto con un boato dai deputati dell’opposizione. Sola al banco del governo il ministro Gelmini: soltanto il capogruppo della Lega Marco Reguzzoni, che ieri avrebbe voluto la seduta notturna per accelerare i tempi dell’esame, le si è avvicinato a parlarle dopo il voto.

MARTEDI’ SI RIPARTE DA ‘PARENTOPOLI’ – Il dibattito sul Ddl di riforma dell’universita’ ripartira’ martedi’ con il passaggio su ”parentopoli”, al quale sia il governo sia la Commissione hanno dato parere positivo ”per evitare episodi di nepotismo poco trasparenti all’interno degli atenei”. Lo sottolinea il dicastero di viale Trastevere. ”E’ stato stabilito che i rettori potranno restare in carica solo un mandato, per un massimo di sei anni. Finisce dunque l’epoca dei rettori a vita”. E’ quanto rende noto il ministero dell’Istruzione in merito alla riforma dell’Universita’ in esame alla Camera.  […]
 

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