venerdì 19 Luglio 2024

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Mani Pulite: dossier sulla regia della Cia e sul grande burattino

 

 Un dossier avvelenato su Antonio Di Pietro gira da giorni per le redazioni dei giornali e il circuito politico romano. Si tratta di alcune fotografie che accusano l’ex pm di essere stato un agente della Cia e aver agito come tale all’epoca di Mani pulite. E’ lo stesso leader dell’Italia dei Valori a denunciare dal suo blog l’esistenza di questo dossier e di uno “strano personaggio” che va in giro a proporlo, tanto che sarebbe stato acquistato “dal solito giornale”. Di Pietro ha dichiarato di aver già depositato una denuncia alla magistratura.
“Il copione è il solito – dice Di Pietro – Questa volta il ‘bidone’ che il solito giornale sta costruendo è davvero sporco e squallido: quello di voler far credere, utilizzando alcune foto del tutto neutre, che io sia o sia stato al soldo dei servizi segreti deviati e della CIA per abbattere la Prima Repubblica perché così volevano gli americani e la mafia. Certo che ce ne vuole di fantasia… e anche di arroganza per ritenere che gli italiani siano tutti così allocchi da bersi una panzana del genere”.
Il dossier sarebbe composto da 12 fotografie che ritraggono Di Pietro insieme al colonnello dei Carabinieri Mori e al questore della Polizia di Stato Contrada. Con loro ci sarebbero anche alcuni funzionari dei servizi segreti. Secondo l’ex pm, almeno quattro scatti sarebbero già stati acquistati “a prezzi esorbitanti” dai “soliti prezzolati denigratori di professione del solito organo di informazione”. Le fotografie, sostiene ancora Di Pietro, verranno pubblicate a regola d’arte “prima delle elezioni” per veicolare “il seguente teorema: siccome Mori è finito indagato per la nota vicenda delle agende rosse e Contrada è stato condannato per fatti di mafia, anche Di Pietro ha avuto a che fare con queste vicende”. “Siccome c’erano anche dei funzionari dei servizi segreti – continua il leader dell’Italia dei Valori nella sua ricostruzione – vuol dire che Di Pietro stava macchinando con qualche potenza straniera, se non addirittura con la mafia”.
“La verità, ovviamente, è molto più lineare e banale”, commenta Di Pietro. All’epoca ero un magistrato inquirente che svolgeva le indagini, chiedeva arresti e poi li faceva eseguire. Indovinate da chi? Dai Carabinieri e dalla Polizia di Stato, ovviamente, ed anche dalla Guardia di Finanza. Il colonnello Mori e il questore Contrada erano appunto esponenti di primo piano dei predetti organi ed è sicuramente capitato, anche se io ora, a distanza di quasi vent’anni, non ricordo tutte le circostanze, che a volte abbia chiesto anche agli Uffici da loro diretti, oltre ad una miriade di altri, di svolgere accertamenti e di eseguire provvedimenti”. Più che un agente Di Pietro è un agito. Chi abbia tirato e ancora tiri i fili del grande burattino non era un mistero prima e non è una rivelazione adesso.

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