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Pompano, eccome

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La crisi mondiale è ancora agli inizi, ma gli speculatori continuano a fare affari d’oro sul nulla

     Il prezzo del greggio è del tutto arbitrario. La lamentela arriva dagli operatori che trattano i barili sul mercato “fisico”, vale a dire da coloro che si occupano di ordini di acquisto e di vendita di carichi di greggio. Non esiste più alcun legame, spiegano i trader, tra i barili di petrolio prodotti a livello mondiale ogni giorno, circa 85 milioni, e quelli trattati sui mercati del New York Mercantile Exchange (Nymex) e dell’Inter Continental Exchange (Ice). Quando lo scorso anno il prezzo del greggio toccò il record dei 147,27 dollari al barile (Wti), i volumi dei contratti futures trattati su Nymex e Ice avevano raggiunto i 2 miliardi di barili al giorno, circa 25 volte i volumi del petrolio prodotto.
A spingere al rialzo i prezzi era la disponibilità di liquidità e la vendita da parte delle banche d’affari delle materie prime, soprattutto del greggio, come asset class d’investimento ai propri clienti, spiegano gli operatori di mercato. Nelle sale operative si dice anche che al momento del record del prezzo del greggio il 75% dei contratti future fosse in mano a quattro banche: si parla di Goldman Sachs, Morgan Stanley, Jp Morgan e Barclays. Viene, quindi, salutata con favore l’ipotesi di una maggiore regolamentazione del mercato, come proposto negli Stati Uniti, che ponga un limite alla quantità dei future trattati. In un mondo ideale i future dovrebbe essere pari al numero dei barili prodotti al giorno. La decisione ovvierebbe alla mancanza dell’obbligo di consegna fisica del petrolio trattato, che di fatto c’è sui due mercati. Inoltre le nuove regole eliminerebbero assurdità come quelle che vedevano lo scorso anno salire il prezzo dei future sul greggio, mentre rimanevano invenduti carichi di greggio “fisico” per mancanza di domanda.
Alle “macrospeculazioni” si sommano quelle che potremmo definire “microspeculazioni”, vale a dire operazioni più specifiche che hanno un effetto minore sui costi del greggio ma permettono agli operatori di guadagnare. In questo secondo caso i meccanismi sono più sofisticati.
Come funziona la speculazione sul petrolio
Un’occasione per influenzare il prezzo del greggio è quella offerta dalla “finestra Platt’s”, che prende il nome dall’agenzia che pubblica i prezzi di riferimento per alcuni tipi di petrolio, come ad esempio l’Ural. La finestra è un arco di tempo di 45 minuti (dalle 16.45 alle 17.30) in cui diventano visibili gli ordini di acquisto e di vendita di carichi di greggio con consegna in alcune date determinate. Una grande opera di trasparenza apparentemente, ma la “finestra” permette anche dei grandi bluff. Se una società X controlla già un elevato numero di carichi in una certa data, può immettere un ordine sapendo in partenza che nessuno potrà soddisfarlo, ottenendo però l’effetto di far salire i prezzi.
Ma cosa ci guadagna la società X? I prezzi dell’Ural fungono da riferimento in diversi contesti. Ci sono, ad esempio, grandi società di raffinazione (la greca Hellenic Petroleum, la marocchina Samir Oil Refinery, la croata Ina Oil o la turca Tucrs Petrol) che acquistano carichi di greggio alla media del prezzo dell’Ural della settimana o del mese successivo al contratto. Se la società X si è aggiudicata uno di questi contratti operando nell’ambito delle finestre Platt’s può far salire il prezzo dell’Ural e di conseguenza anche il prezzo a cui venderà il carico alla società di raffinazione. Una seconda implicazione dell’andamento dell’Ural è il fatto che il prezzo viene preso a riferimento dai paesi Opec fra i parametri considerati mensilmente per stabilire i prezzi ufficiali.
Esistono poi operazioni da “raffinerie virtuali”. Operatori finanziari possono acquistare petrolio e vendere allo stesso tempo gasolio o benzina come fossero una raffineria. Il risvolto negativo per gli operatori “fisici” è rappresentato dagli effetti che queste operazioni “virtuali” hanno sui prezzi dei barili “reali”.
Infine i trader sottolineano come altri meccanismi legittimi e funzionali per il mercato possono essere usati per falsarlo. Vale anche nel caso del contango: una situazione di mercato dove il prezzo attuale del greggio è inferiore ai prezzi futuri. Questo permette agli operatori di acquistare carichi di greggio e stoccarli per rivenderli in un secondo momento. In tal modo si crea un volume di stoccaggi superiori al normale e fuori dal circolo produttori-mercato-raffinatori. Stoccaggi che possono essere rivenduti da un giorno all’altro sui mercati, falsandone in tal modo l’andamento.

La gente va in vacanza, il prezzo del barile è sostanzialmente stabile, il prodotto finale però aumenta. Perché?

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