lunedì 13 Ottobre 2025

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I tassi di successo delle procedure di fecondazione medicalmente assistita (Pma) sono cresciuti di circa il 30%.

È il dato che emerge da uno studio condotto da ricercatori e medici del gruppo Genera presentato oggi al congresso della Società europea di Medicina della riproduzione ed embriologia (Eshre) in corso ad Amsterdam.

La ricerca, che ha analizzato i dati relativi a 6.600 coppie che si sono sottoposte a percorsi di Pma, ha rilevato che il tasso cumulativo di bambini nati a tre anni dall’inizio della procedura è passato dal 32% del 2010 al 42% nel 2020, con picchi fra il 70 e l’80% nelle donne under 38 che avessero una normale riserva ovarica. A ciò si accompagna il dimezzamento delle donne che hanno subito un aborto spontaneo (dal 12% a meno del 6%) e un calo delle donne con parto gemellare (dal 7,5% allo 0,5%).

A rendere possibili questi risultati sono stati i progressi nelle tecniche di fecondazione assistita, dall’uso delle terapie ormonali personalizzate fino al test genetico pre-impianto.

“I progressi clinici e di laboratorio hanno migliorato l’efficacia e l’efficienza della fecondazione in vitro nel tempo, soddisfacendo anche il desiderio di pianificazione familiare”, afferma il primo autore della ricerca Alberto Vaiarelli, ginecologo e coordinatore medico-scientifico del centro Genera di Roma. “Le tecnologie che abbiamo in serbo per il futuro e il miglioramento dei flussi di lavoro ci serviranno per raggiungere l’obiettivo di una riduzione dell’abbandono del trattamento da parte delle coppie”.

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