venerdì 19 Luglio 2024

Protesta al Dal Molin

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Ma il gruppo è sparuto. Così accade quando si pretende l’esclusiva

Cinquanta attivisti del presidio permanente “No Dal Molin” sono entrati questa mattina nel cantiere della nuova base statunitense e si sono incatenati per diverse ore alle gru e alle macchine da lavoro che “ogni giorno – denunciano in una nota – danneggiano la falda acquifera vicentina per realizzare le fondamenta dell’installazione militare” nell’aeroporto cittadino.
Dati recenti, infatti, avrebbero evidenziato inspiegabili aumenti del livello della falda in alcune zone. “Oggi – hanno detto gli attivisti, superando la rete del cantiere – “vogliamo ristabilire la legalità: il cantiere deve fermarsi per difendere salute, sicurezza e storia della comunità vicentina: falda acquifera e reperti archeologici devono essere tutelati”. Secondo i manifestanti il cantiere “si deve fermare. Vogliamo che, prima di procedere nei lavori, venga realizzato uno studio approfondito sullo stato attuale della falda acquifera che conivolga tecnici comunali, delegati dell’autorità di bacino e personalità indipendenti”.
Poi, nel primo pomeriggio, la protesta è terminata, senza incidenti. I cinque attivisti che si erano incatenati alla gru e gli altri che 5 invece erano saliti su un carrello elevatore hanno abbandonato le postazioni e assieme agli altri manifestanti hanno lasciato la base dopo essere stati identificati. Tutti, secondo quanto si è appreso, saranno denunciati all’autorità giudiziaria per intrusione in un’area militare e danneggiamento.
Il gruppo è sparuto. Così accade quando si pretende l’esclusiva. Il Comitato ha voluto, a tutti i costi, ridurre la battaglia ad un’operazione marxista-leninista e si è così ridotto a una marginalità che avrebbe potuto evitare.

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