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Qualche dato

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di una storia molto più complessa e profonda che rischia di travolgere il nostro insano deep state

“Abbiamo bisogno di trovare Joseph Mifsud e di parlare con lui. Ci piacerebbe davvero parlarci e interrogarlo. Se lui ci sta guardando da qualche parte, gli dico che vorremmo davvero incontrarlo. I democratici non gradirebbero, noi sì”. A parlare è il repubblicano Devin Nunes, che non è un deputato qualunque ma è a capo della minoranza repubblicana del Comitato di intelligence della Camera degli Stati Uniti e uno degli uomini più vicini al presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Nunes ha rilasciato una video-intervista alla testata conservatrice Epoch Times nella quale definisce lo Spygate “il più grande scandalo della storia moderna degli Stati Uniti”.

Nunes ha collaborato con il giornalista investigativo Lee Smith alla stesura del libro The Plot Against the President: The True Story of How Congressman Devin Nunes Uncovered the Biggest Political Scandal in U.S. History ovvero Il complotto contro il Presidente: la vera storia di come il deputato Devin Nunes ha scoperto il più grande scandalo politico nella storia degli Stati Uniti, appena uscito negli Usa. “Ogni indagine credibile e seria – spiega Nunes nel corso dell’intervista, parlando del rapporto Mueller – avrebbe dovuto determinare se Mifsud fosse un agente russo o no. Perché nel rapporto Mueller è scritto che Mifsud ha contatti russi. Ci sono milioni di americani che hanno contatti russi”.

“Mifsud teneva corsi ai nostri agenti dell’Fbi”
Mifsud aveva contatti con l’intelligence occidentale? Nunes conferma: “Se il professore è un agente russo come ha detto James Comey – sottolinea – parliamo di un enorme scandalo di spie, perché Mifsud era coinvolto con i nostri partner della Nato, era un diplomatico da Malta, era al Campus (la Link, Ndr) e teneva corsi agli agenti dell’Fbi, ed era un ospite fisso del Dipartimento di Stato. Era qui a Washington nel gennaio 2017. Se fosse davvero un agente russo parleremo di uno scandalo enorme e molti agenti dell’Fbi e del Dipartimento di Stato sarebbero compromessi. È per questo che è davvero improbabile che lo fosse”.

Le parole di Nunes confermano la versione dell’avvocato svizzero, Stephan Roh, che all’Adnkronos ha spiegato che Mifsud non è un agente russo, ma è – o è stato – un “serviceman” dei servizi di intelligence occidentali. “Era impegnato in ‘missioni’”, sostiene Roh. L’avvocato svizzero cita esplicitamente il servizio segrete inglese MI6 al quale Mifsud era direttamente legato, afferma, attraverso il Lcipl, il London Centre of International Law Practice, con il quale lavorava. Secondo l’ex assistente di Trump Sebastian Gorka, intervistato dal nostro giornale, “è chiaro che Joseph Mifsud non fosse semplicemente legato ai servizi di intelligente europei, ma che l’Fbi di Barack Obama lo ha usato per incastrare i membri della Campagna di Donald Trump”.

Tutte le strade portano a Roma
Nel libro di Lee Smith, il docente maltese viene menzionato più volte. Uno dei contatti più importanti del professore, spiega l’analista Chris Blackburn, citato nel libro-inchiesta, è l’ex diplomatica britannica Claire Smith. “Ha lavorato von Mifsud in tre differenti enti: la London Academy of Diplomacy, l’Università di Stirling e la Link Campus University di Roma” afferma Blackburn. “Claire Smith faceva parte del Joint Intelligence Committee del Regno Unito. È un ente molto importante nella comunità d’intelligence del Regno Unito, che risponde direttamente al Primo ministro”.

Come riporta Lee Smith, “la Cia ha organizzato alcuni eventi alla Link Campus, ed ex agenti dell’Nsa (National Security Agent) e ufficiali della Cia hanno tenuto corsi lì regolarmente. Così come l’Fbi. Nel settembre 2016, l’agente speciale del bureau Preston Ackerman, assistente legale dell’Ambasciata americana degli Stati Uniti a Roma, ha tenuto un seminario alla Link. È successo due mesi dopo che l’Fbi apriva l’operazione Crossfire Hurricane. Ha lavorato nello stesso ufficio del contatto di Christopher Steele (autore del falso dossier sul Russiagate) nel bureau, Michael Gaeta, anche lui assistente legale presso l’ambasciata degli Stati Uniti a Roma”. Gaeta, il 5 luglio 2016, si recò a Londra per incontrare l’ex spia britannica Christopher Steele, l’autore del dossier finanziato da Fusion Gps, dal Washington Free Bacon e dal Comitato nazionale democratico. Dall’Fbi romana all’intelligence britannica, i contatti di Mifsud erano di altissimo livello.

 

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