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Quando il Corano si legge in inglese

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Le rivolte arabe totalmente pilotate dagli Usa. Lo rivela il New York Times

Da un lato miliardi di dollari in aiuti militari e campagne antiterrorismo, dall’altro il sostegno ai movimenti per la democrazia. L’atteggiamento contraddittorio degli Stati Uniti nei confronti degli Stati autoritari, teatro delle rivolte degli ultimi mesi, viene rivelato dal New York Times, che mette in luce il ruolo che alcune associazioni americane, finanziate da Washington, hanno avuto nell’addestrare e finanziare alcuni dei movomenti e dei leader della ‘Primavera arabà. I soldi spesi nei programmi di aiuto alla democrazia sono ben poca cosa, fa notare il New York Times, rispetto ai miliardi di dollari elargiti dal Pentagono a quegli stessi regimi che, come nel caso dell’Egitto, sono poi caduti sotto i colpi delle proteste, per lo più pacifiche, ispirate da gruppi come l’International Republican Institute, il National Democratic Institute e la Freedom House. I primi due sono associati, ripettivamente, al Partito Repubblicano e a quello Democratico. Sono stati creati dal Congresso Usa e finanziati attraverso il National Endowment for Democracy, il Fondo creato nel 1983 per promuovere la democrazia nei Paesi in via di sviluppo. Freedom House, invece, riceve il grosso dei propri finanziamenti direttamente dal Dipartimento di Stato. – A beneficiare dell’addestramento e dei finanziamenti di queste associazioni, come è stato confermato attraverso alcune interviste e da alcuni ‘cablè diplomatici ottenuti tramite Wikileaks, sono stati movimenti come quello del 6 Aprile in Egitto, il Centro per i diritti umani del Bahrein e attivisti come la yemenita Entsar Qadhi. “Non abbiamo finanziato le proteste, ma abbiamo aiutato i loro esponenti a sviluppare le capacità aggregative e le loro reti di contatti -spiega Stephen McInerney, direttore escutivo del Project on Middle East Democracy di Washington- l’addestramento ricevuto ha poi sicuramente giocato un ruolo in quanto è accaduto, ma si è tratto della loro rivoluzione, non l’abbiamo iniziata noi?. Un ruolo nell’addestramento all’uso dei nuovi strumenti di comunicazione, cruciali per il successo delle rivolte, lo hanno avuto anche aziende come Facebook, Google e Mtv che nel 2008, ad esempio, sponsorizzarono, insieme al Dipartimento di Stato e alla Columbia Law School, un seminario, a Washington, al quale presero parte alcuni leader studenteschi egiziani.  “Abbiamo imparato come organizzare e costruire delle coalizioni”, riconosce Bashem Fathy, uno dei fondatori del movimento giovanile che fece da traino alle rivolte in Egitto. Entsar Qadhi partecipò invece nel suo Paese, lo Yemen, a seminari sponsorizzati dai gruppi americani.

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