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Quando s’invidiano gli orfani

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Una volta che un adolescente ha un colpo di fortuna ecco che arriva la guasta feste: mamma

             Erano soli in casa, rilassati su un divano, in atteggiamenti intimi che non lasciavano dubbi e soprattutto confermavano i sospetti dei genitori. Lei, Elena, assistente sociale, 30 anni, carina e spigliata, da sette anni al lavoro per la Diapason, una onlus che si occupa di minori in difficoltà e lavora in convenzione con il Comune. Lui, studente alle medie, 14 anni a novembre, meno della metà degli anni della sua tutor, ragazzino di periferia con problemi relazionali, troppo vicino alla donna. L?assistente sociale, già licenziata dalla cooperativa, è accusata di aver consumato rapporti sessuali con lo studente delle medie e per questo è stata arrestata.

Quando i carabinieri della compagnia di Porta Monforte, guidati dal maggiore Michele Piras, entrano nella casa dell’adolescente, al quartiere Corvetto, periferia a sud-est di Milano, non possono far altro che fermare la donna e condurla in caserma, anche se il ragazzino cerca di difenderla. “Lo volevo anch’io… Non stavamo facendo nulla di male”, dice ai militari. Ma per la donna scatta subito l’arresto per violenza sessuale, aggravata dall’età della vittima e dal ruolo di tutela che la trentenne aveva nei suoi confronti. L?arresto arriva dopo un paio di settimane d’indagine dei carabinieri, seguite alla denuncia della madre dello studente – con problemi relazionali e di rendimento scolastico – che aveva scoperto alcuni sms nel cellulare del figlio.
Messaggi troppo intimi ed espliciti, inequivocabili, che facevano riferimento a una vera e propria relazione sessuale tra minore e tutor. Così è scattato il blitz. L’educatrice – “ha lavorato con noi per sette anni, gli ultimi due a tempo indeterminato, avevamo in lei estrema fiducia”, dicono alla Diapason – era responsabile del programma Azimut, un progetto socio-educativo rivolto proprio a famiglie con figli tra gli 11 e i 14 anni. Un’attività quotidiana – per cinque pomeriggi a settimana – con l’obiettivo di prevenire ed evitare che i bambini vengano allontanati dalle famiglie.

La onlus operava in appalto con l’assessorato ai Servizi sociali del Comune e il sindaco Letizia Moratti ha annunciato la sospensione della convenzione, in attesa che si chiariscano le responsabilità di ogni attore della vicenda. “Non vogliamo minimizzare quanto accaduto, siamo di fronte a un fatto terrificante – è la reazione di Paolo Cattaneo, presidente della Diapason – Ci sentiamo estranei a quanto accaduto, ma allo stesso tempo maledettamente in colpa” (che gente coraggiosa! Che classe, che piglio!). E fino a oggi, la cooperativa, fondata nel 1985, con 120 educatori e 250 minori affidati tra Milano e hinterland, non aveva vissuto una disavventura di questo tipo. “Nessun progetto – si difende la onlus – prevede che gli incontri avvengano in casa, né di mattina”, quando i carabinieri hanno sorpreso insieme l’assistente sociale e il suo giovanissimo studente.

O tempora o mores. Fino a qualche anno fa le avrebbero fatto un monumento all’educatrice, ma ora il mammismo moralista dilaga. Generazione sfortunata, suddita appieno del Nouvel Ancien Régime!

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