venerdì 19 Luglio 2024

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Un pattuglia della Charlemagne tenne Berlino fino al due maggio facendola in barba ad “Ivan” e alla sua tracotanza

Partiti per difendere l’Europa e per eternizzare un sogno, si erano battuti contro orde soverchianti per mesi o per anni. Il più veterano, Pierre Rostaing (Gauvain nel romanzo “I leoni morti”) aveva combattuto dall’inizio della guerra ad est, volontario, incorporato come sergente (nell’esercito francese era tenente) nella Légion Tricolore prima di passare alla Lvf e alla Charlemagne con l’intermezzo di un annetto di guerriglia contropartigiana.

Con altri francesi e vari russi avevano costituito una brigata che si era data alla macchia, viveva tra le linee dei partigiani sovietici e poi li assaliva di sopresa ripagandoli con la stessa moneta. Rostaing fu il francese più decorato sul fronte dell’est Il maggior graduato, il capitano Henri Fénet (nella foto) conosciuto come Fernet ne “I leoni morti” si ritrovò al comando di un pugno di uomini che l’ultima pressione da est aveva spinto a Berlino in quella primavera 1945.

Erano i giorni dello sfondamento delle masse anti-europee, armate grazie al pil del 71% del mondo industrializzato, finanziate dai banchieri e dalle mafie. Erano i giorni di Dongo e di Piazzale Loreto. Il 30 aprile, con i sovietici a pochi metri dalla Cancelleria, il Cancelliere del Reich e sua moglie decisero di togliersi dignitosamente la vita. Il suo erede designato li seguì a poche ore di distanza. A difendere Berlino c’erano oramai soltanto dei pazzi irriducibili, tra questi il pugno di francesi. Stalin aveva annunciato che avrebbe festeggiato la presa di Berlino l’1 maggio, la festa dei lavoratori. Quella festa la cui celebrazione si erano a lungo contesa sia i comunisti che i nazionalsocialisti nell’eredità bismarckiana, e che Doriot, il capo del PPF francese, da cui proveniva il maggior numero di volontari della Charlemagne, festeggiava anch’egli assiduamente.

Un po’ guasconi, un po’ superuomini da trincea, quei francesi ridotti a una pattuglia si giurarono che avrebbero inchiodato i sovietici fino al giorno due. E resistettero per quarantott’ore, una pattuglia contro un esercito. Alcuni di loro riuscirono persino a sopravvivere e a non farsi catturare. Vinsero la loro personale sfida e segnarono l’epopea europea di nuove Termopili.

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