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Questi non si fermano mai

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Gli israeliani negoziano sempre nel medesimo modo

L’annuncio israeliano della costruzione di 1100 nuovi insediamenti a Gerusalemme est piomba come un macigno sulle speranze di un nuovo negoziato di pace accese dalla richiesta di riconoscimento dello Stato palestinese appena avanzata all’Onu.
La reazione del capo negoziatore palestinese.
“Annunciando questi nuovi insediamenti – dice Saeb Erekat – , oggi Israele ha pronunciato 1100 ‘no’ alla ripresa del negoziato e alla soluzione dei due Stati. Americani, europei, russi e l’Onu si confrontano ora con questi 1100 ‘no’ detti da Netanyahu. Il suo governo ha scelto gli insediamenti e non la pace”.
La responsabile della diplomazia europea Catherine Ashton ha criticato la decisione israeliana e una ferma reazione è giunta anche dagli Stati Uniti.
“Lo consideriamo – ha detto la portavoce del Dipartimento di Stato Usa Victoria Nuland – un atto controproducente rispetto ai nostri sforzi di riprendere un negoziato diretto tra le parti; da tempo abbiamo sollecitato le parti a evitare azioni che possano compromettere la fiducia reciproca, anche a Gerusalemme”.
Nel suo discorso all’assemblea generale dell’Onu, il premier israeliano Benyamin Netanyahu si era detto pronto a un negoziato senza precodinzioni, mentre il presidente dell’Anp Mahmud Abbas aveva chiesto il congelamento di nuovi insediamenti.

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