sabato 20 Luglio 2024

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Indovina indovinello chi aveva posto le basi per il fallimento anche dell’Olivetti?

L’ultimo “avamposto” della storica Olivetti è caduto. Lo stabilimento di Arnad in Valle d’Aosta chiude definitivamente i battenti, lasciando a casa 162 dipendenti. La società coinvolta è la Olivetti I-Jet, operante nel settore stampanti e fax e controllata da TelecomItalia. Il costante sviluppo delle nuove tecnologie e la concorrenza asiatica spietata non hanno lasciato scampo: il fax va in cantina. Laura Olivetti, la figlia del fondatore Adriano, esprime il proprio rammarico per la decisione: “Sono molto dispiaciuta per la chiusura dell’azienda, soprattutto perché si perdono nuovi posti di lavoro”. E ora è proprio questo il nodo da sciogliere: quale sarà il destino degli oltre cento dipendenti, sia valdostani sia dell’eporediese? Telecom ha ribadito il suo impegno nel trovare soluzioni per la ricollocazione dei lavoratori licenziati. Sindacati e società tenteranno di giungere a un accordo per arrivare a ricollocare, entro il primo anno di cassa integrazione straordinaria, almeno il 30% degli impiegati, assicurando ai restanti il secondo anno di ammortizzatore. I tempi stringono. Con ogni probabilità, a luglio ci sarà la prima tornata di accessi alla cassa integrazione, la quale coinvolgerà i circa 50 responsabili del gruppo di ricerca; per tutti gli altri se ne parla a fine anno con il termine delle commesse. Ma occorrono soluzioni anche per quei 40 dipendenti della Olivetti S.p.A che attualmente lavorano nello stabilimento di Arnad nel campo delle testine a impatto per il sistema bancario, postale e per la lottomatica.
 
La liquidazione era ormai l’ultima opzione rimasta. “Il contesto non era più sostenibile”. Queste le parole di Enrico Monti, esponente della Fiom Cgil, il quale ricorda i falliti tentativi avviati ad ottobre da Telecom per la vendita dell’azienda o l’apertura a terzi investitori. Lo stesso sindaco di Torino, Piero Fassino, ha commentato l’accaduto in occasione del convegno “La fabbrica al tempo di Adriano Olivetti”, sottolineando che: “L’Olivetti rappresenta un pezzo di storia del capitalismo italiano”. “Adriano Olivetti – prosegue Fassino – interpretava il ruolo della fabbrica in maniera molto differente rispetto a come si fa oggi: vedeva l’azienda come un grande progetto sociale, ma anche come un esperimento urbanistico e architettonico”.
Con la chiusura dell’I-Jet di Arnad, dunque, si pone la parola fine a un altro grande capitolo della storia industriale italiana.
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