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Quinto bronzo

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Nuoto fondo 10 km

 

Non ha l’accento veronese né l’appeal della Pellegrini, e non è mai finita in copertina. Ma Martina Grimaldi, con il suo sorriso dolce e le sue bracciate potenti nel lago artificiale del Serpentine, a Hyde Park, tra alghe e anatre che spesso incrociavano la sua traiettoria, ha regalato al nuoto la sua prima medaglia, e all’Italia il podio numero 18. Un bronzo mai arrivato dall’Acquatics Center la scorsa settimana, un’impresa liberatoria nella 10 km di fondo commentata con semplicità e amore per la sua Emilia ferita: “Penso a chi mi è stato vicino in questi anni, il mio allenatore Fabio Cuzzani, la Polizia, il mio club, ma anche alla mia terra colpita dal terremoto”.

Martina ha conquistato il suo bronzo con una gara sempre nelle prime posizioni, perché cedere acqua alle avversarie, in quel turbinio di calci, manate, spruzzi, sarebbe potuto costare carissimo. “Ho visto che eravamo subito disposte su due file di cinque atlete ciascuna, mi sono detta: siamo abbastanza qui davanti….”. Acqua a 17 gradi la mattina presto, poi salita a 20 in gara. Non fredda, di sicuro, come speravano alcuni nello staff azzurro. Infatti sul lago batte un sole estivo, e il clima del pubblico è addirittura incandescente: più di centomila persone, Hyde Park è uno dei pochi siti olimpici in cui si può non pagare il biglietto. Sei giri del percorso, e tre boe negli ultimi duecento metri. Martina è stata decima a Pechino, ma è cresciuta e lo scorso anno ha preso l’argento ai mondiali di Shanghai. Per realizzare il suo sogno olimpico è stata tre settimane in ritiro a Piombino.

Al comando si porta subito l’ungherese Eva Risztov, che ha nuotato anche la 4×100 nella piscina olimpica. Martina è sempre alle sue spalle. Un secondo, al massimo due, tutti gli intermedi la vedono protagonista: “Ho cercato di tenere botta”. La favorita è la scozzese Keri-Anne Payne, che ha organizzato il suo matrimonio subito dopo i Giochi, ad Aberdeen. Non sa che la Grimaldi le sta per fare un bel regalo di nozze. Nell’ultimo dei sei giri al comando sono rimaste in cinque, ormai in fila indiana. Ad affiancare l’ungherese ci prova l’americana Anderson, alla prima maratona internazionale. Dietro è lotta tra la Grimaldi e la britannica, bracciata a bracciata. Passa prima l’ungherese, alla fine quattro decimi di secondo, dopo dieci chilometri massacranti, separano sia l’oro dall’argento, che il bronzo di Martina dal quarto posto della Payne. “Va bene così, sono felicissima. É stato un anno molto impegnativo, ora mi tolgo di dosso il costume così vedo quante alghe mi sono rimaste addosso”.

Malgrado Napolitano, malgrado Draghi, malgrado Monti, malgrado Passera, malgrado Grilli, malgrado la Fornero, malgrado Abate, malgrado Prandelli, c’è un’Italia che non accenna ancora a morire.

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