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Remerendum

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Quorum raggiunto. Eccone gli effetti consociativi

Il referendum, com’era prevedibile, ha raggiunto i quorum.
Eccone i probabili effetti.
PRIVATIZZAZIONE DELL’ACQUA. Si farà senza più limitazione, in quanto, contrariamente alla propaganda, il referendum, che è abrogativo, non impedisce per niente la privatizzazione ma la sua regolamentazione, facilitando così le multinazionali.
COSTI DELL’ACQUA. A occhio e croce saliranno. Per le medesime ragioni di cui sopra; ad essere abrogata sarà l’attuale scala dei prezzi. Al ribasso? Ne dubito.
ENERGIA “PULITA”. Era già in programma. L’esito plebiscitario, unitamente al no al nucleare  – che in sé assume una colorazione di sottomissione internazionale – influirà sul rialzo dei costi dell’energia alternativa.
LIBERO IMPEDIMENTO. In assoluto questo voto sancisce il vincolo della politica italiana alla magistratura (e in special modo a quella politicizzata) tenendo ogni nostro governo sotto ricatto. E’ l’unica Nazione, la nostra, a non usufruire delle garanzie giuridiche che consentono ai governanti di governare. Il referendum ha così ribadito la sottomissione italiana a tutte le altre potenze, anche medie, con cui siamo in concorrenza economica, diplomatica, politica, energetica; infatti tutte loro hanno quell’indipendenza politica che il referendum ha inteso liquidare.

Poi abbiamo gli effetti tattici.
Il referendum verrà impugnato nell’ennesimo tentativo di rovesciare Berlusconi.
A prescindere dal tifo (che mi par essere l’elemento più diffuso in materia) dobbiamo registrare comunque che il Berlusconi IV aveva cessato da tempo di essere quell’eccezione positiva che aveva espresso sin dall’esordio, sì  da divenire uno dei pochi governi della repubblichetta italica degno di nota positiva, dopo quelli di Pella, Zoli e Craxi.
Il futuro sembra proprio quello del gran bidet consociativo. Un accozzaglia di accordi “trasversali” in un quadro di “unità nazionale” che dovrebbe esprimere in sé tutto il peggio della prima repubblica e tutto il peggio della seconda, senza assumere nulla delle note positive di entrambe.
L’accelerazione fornita dall’esito referendario di quest’involuzione degradante che sembrava comunque inevitabile potrebbe riportare in auge tutte le pulsioni torquemadiane dei tanti frustrati commissari stalinodemocratici.
Potremmo quindi trovarci di fronte ad uno scenario spassoso, in cui molti di quelli che hanno manifestato contro il Brasile per la decisione su Battisti si potranno trovare ben presto a fare la fila davanti al consolato brasiliano per chiedere asilo e protezione dalle persecuzioni.
Auguriamogli stavolta di far la fila davanti a un consolato che non sia chiuso da anni.

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