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Rémy Drelon-Mounier

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11 marzo 1993 – 11 marzo 2013

Esattamente venti anni fa tornavo in Francia dopo la parentesi di un processo italiano e mi trovavo a Nizza quando seppi che si era spento in ospedale, a Parigi, Rémy Drelon-Mounier. Mi trovo curiosamente di nuovo a Nizza per questo ventennale, all’indomani di un pubblico confronto con Alain Soral. 
Il pensiero e il sentimento non possono non andare a Rémy, uomo di carattere eppur schivo, socievole ma introverso. Un uomo che aveva appreso la milizia da giovanissimo. Era il tempo dell’Algérie Française e per il suo impegno finì in prigione, una lunga prigionia cui fu sottoposto da minorenne per aver aderito all’Oas.
Con l’andare degli anni portava fiero, ma senza ostentazione e senza orgoglio, piuttosto con signorile amarezza, quella cicatrice.
Innamorato tradito della Francia fu per tanti anni reporter e inviato speciale. Scelse l’Asia forse per riannodare nell’oriente estremo lo stesso filo spezzato del tradimento. In Indocina come in Algeria chi aveva creduto nella Francia fu consegnato agli insorti e lasciato sgozzare sotto gli occhi dei soldati francesi in ritirata.
Rémy sentiva probabilmente un legame solido e sottile con tutti quelli che come lui, e come gli Harkis d”Algeria (così si chiamavano gli indigeni fedeli al Tricolore) erano stati sacrificati e, se sopravvissuti, abbandonati in patria come esuli e come paria.
C’erano sempre un’aristocratica amarezza e un dolore innamorato in ogni gesto di Rémy.
Non si addiceva a lui morire con schiamazzo e fornire un’occasione per acclamarlo.
Se n’è andato in punta di piedi attraversando il proprio calvario con dignità.
Forse non gli piacerebbe neppure che si parlasse di lui per ricordarlo.
Ma sento che malgrado il suo avviso è giusto farlo.
A noi sono più affini i traditi, i feriti nel cuore, i delusi che però non cedono il passo di tutti i trionfalisti idioti che fanno chiasso e che si mettono in vetrina convinti di essere qualcuno e di meritarsi lodi e applausi.
Un saluto Rémy. Un saluto romano; anche se non era nella tua specifica tradizione è il più pulito e significativo di tutti.
Vive la France anche se è solo un ricordo!

 

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