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Riprendersi tutto

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Adriano Scianca, edizioni La Testa di ferro, 378 pagine per 20 euro

Inedito, irrituale, come nel solco delle azioni di Casa Pound.
Questo si deve dire del libro “casapoundiano” di Adriano Scianca Riprendersi tutto, edizioni La Testa di ferro, 378 pagine per 20 euro.
Inedito, irrituale, perché non accade solitamente che l’analisi di un movimento e dei suoi riferimenti sia svolta oggettivamente ed accademicamente dal suo interno.
D’abitudine ciò succede da fuori: sono degli studiosi, dei politologi, degli analisti, degli intellettuali “neutri” (e spesso ostili) a passare movimento e pensiero ai raggi x, mentre i militanti usano toni forti, caldi, non distaccati e non si riescono a intendere per quello che sono, ovvero non solo soggetti ma anche oggetti in moto in una dinamica più vasta che tutto coinvolge e cointeressa, anche gli ostili.
Adriano però è atipico ed originale. E’ un intellettuale organico, forse nel senso gramsciano e pre-gramsciano del termine, ovvero di uomo dall’intelletto militante, ove, capovolgendo la lingua, è l’intelletto a fare da aggettivo al sostantivo di un impegno comunitario e gerarchizzato.
Ciò gli consente di utilizzare l’intelletto – e la conoscenza – come strumento e non come fine; e di qui gli riesce, nei limiti umani del possibile, d’oggettivarsi.
Ne consegue una specie di compendio enciclopedico che  impressionerà per la mole di riferimenti che contiene ma anche per la padronanza effettiva e approfondita di tutti i temi e delle varie sfumature, e che fa di Adriano una sorta di giovane epigono cisalpino di De Benoist.
Un’opera notevole.

Controindicazioni?

Ci sono controindicazioni? Possono esserci, e come per ogni prodotto chimico dipendono dalle disfunzioni o patologie potenziali di chi l’assume.
Riprendersi tutto smantella infatti ogni pregiudizio menzognero non solo su Casa Pound ma sul pensiero fascista, e va oltre. Esprime chiaramente la specificità della Tartaruga: l’aver rigettato e irriso ogni prigione ideologica e concettuale, ogni freno inibitorio, ogni “ortodossia” antistorica e ghettizzatrice, ma collegandosi senza soluzione di continuità con il pensiero delle Rivoluzioni Nazionali del Novecento e delle avanguardie socialnazionali del dopoguerra.
Casa Pound esercita attrattiva per fascino, e si rammenti che l’etimologia della parola esprime ruvida virilità. Il suo fascino  si esercita non solo in gran parte del mondo che fu di destra radicale e che oggi non si sa cosa sia, ma presso i delusi di tutte le utopie, di tutte le rivolte e di tutte le aspettative.
Ciò ha spaccato in due gli antifascisti, tra gli antifa, sempre più idrofobi, e coloro che invece sono attenti e, senza esser passati dall’antipatia alla simpatia, scoprono empatia.
L’empatia è un sentimento possibile se sociologicamente s’interagisce, ovvero se non ci si chiude in cantina, in soffitta o sul marciapiede.
E qui è necessaria sottolineare la controindicazione. Non è mai stata Casa Pound ad andare verso gli altri, sono stati sempre gli altri ad andare verso Casa Pound, abbagliati dal suo sorprendere, dal suo essere, come ben espresso nel libro, “l’uomo che morde il cane”.
Ragion per cui se è bene sottolineare come una serie di luoghi comuni siano del tutto artificiali e non rispondenti al vero, ergo che non si è beceri, ottusi, misantropi, codini, rabbiosi, è ancor più necessario ricordarsi che ciò vale per piacer beffardo e per puro e semplice amor di verità, estendibile alle generazioni precedenti per ben nove decenni.
Se qualcuno, magari in periferia, magari non cresciuto giorno per giorno respirando l’anima del Farenheit 451, magari non avendo realmente frequentato Gianluca, fraintendesse, farebbe malissimo.
Non si smascherano le fandonie e non si correggono i malintesi per poter dialogare meglio, per assumere un volto più frequentabile. Questa è prassi antica, e sempre fallimentare, cui potrebbe essere tentato qualcuno in periferia, educato alla politica dal linguaggio comune e dalla mentalità che lo determina.

Del fascino e del consenso

Si sappia chiaramente che il fascino di Casa Pound nasce dal fatto che essa ha dimostrato coraggio, fantasia e attributi. Quelli che sono attratti da chi dimostra questa rivida virilità si sperticano – loro – per accomodarsi all’odore di sudore e cuoio e non viceversa.
E’ dunque essenziale che chi legga tenga a mente sempre e comunque che Casa Pound è sì originale e originaria ma, soprattutto, è politicamente scorretta e che proprio nel suo essere così avanza.
Il dialogo nasce sempre da augusti silenzi, quelli di cui Gianluca è maestro, dalla forza muscolare  serena, illuminata dal sorriso. Dalla capacità di stupire lacerando, con lo squadrismo mediatico ed entrando a spinta.
Non si devono quindi “intavolare” dialoghi, ciò non serve se non agli eunuchi.
E’ il bombardamento delle banalità democratiche che ha trasmesso il grande equivoco secondo il quale si crescrebbe per convincimento, quando nella realtà si convincono solo quelli che vogliono essere convinti, perché non si convince mai, si avvince.
Lo dovrebbero avere imparato a loro spese tutti quelli che, perseguendo consenso, si sono adeguati al consenso perdendolo comunque, dopo aver disintegrato se stessi.
E’ questa la mia avvertenza d’uso per tutti coloro che potrebbero confondere le corrette quanto articolate messe a punto di Adriano sui vari pregiudizi demonizzanti.
In qualsiasi misura si concordi sulle messe a punto, o in qualsiasi misura non vi si concordi, quel che conta è ricordarsi sempre che esse hanno valore concettuale, mentale, operativo e mai e poi mai debbono essere lette alla rovescia, come una smussatura di angoli pungenti volta a reciproche accettazioni.

Mettere in luce

Fatte le doverose avvertenze affinché la pozione non sia assorbita veneficamente, non posso non rimarcare come  possa al contrario essere assorbita euforicamente. In particolare nella lettura di voci quali Arte, Guerra, Marmo, Sorriso, Vittoria, l’ebbrezza e perfino l’esaltazione ci possono star tutte.
Ma nell’uno e nell’altro caso ciò non è frutto dell’operazione  accademica dell’autore che, lo ribadisco si è contraddistinto per una straordinaria oggettivazione, sicché torno a dire che l’opera è notevole ed è straordinariamente precisa.
Chi volesse ripercorrere il pensiero nazionalrivoluzionario e le sue diverse espressioni nella storia, chi volesse avere una visione articolata, argomentata, strutturata, dei riferimenti di Casa Pound e comprendere il suo attualizzato panorama di riferimento, avrà molto da leggere.
Per fermarsi immancabilmente su alcune delle ultime parole della postfazione di Gianluca “Capita che ti accendi una sigaretta e pensi a quanto è bello veder sventolare la tua bandiera, riconoscerti negli occhi del ragazzo che sta gomito a gomito con te quando sta per scoppiare il finimondo e rischiare la vita per affermare un principio”.
Perché di questo si tratta; il resto è sempre e soltanto un metterlo in luce.
L’impianto elettrico di Adriano è certamente d’amatore ma è altamente professionale.
L’accendiamo?

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