1. “Strategia della tensione” degli anni 70 in Italia secondo i comunisti era il risultato di manipolazioni della CIA con i neofascisti. Secondo Lei, qual è il ruolo di KGB?
Poco importante. CIA e KGB hanno più osservato che altro una lotta tra potenze mediterranee loro alleate (e loro subalterne) che si svolgeva in Italia; attrici la Francia, la Libia ma soprattutto l’Inghilterra – che ha sempre allontanato l’Italia dal mare – e Israele.
Le vittime illustri della strategia della tensione (Mattei e Moro) erano degli statisti filoarabi e anti-inglesi. La strategia della tensione non fu assolutamente fatta per allontanare i comunisti dal governo, anzi ad ogni strage i comunisti progredirono e furono attratti nella stanza dei bottoni. Che la posta fosse la politica italiana nel Mediterraneo lo hanno sostenuto i più importanti attori politici dell’epoca, lo stesso Aldo Moro lo spiegò alle Brigate Rosse durante la sua prigionia.
Esistono molti studi compiuti da esperti che sono di sinistra, anche comunisti e brigatisti, (Fasanella, Pellegrino, Tassinari, Franceschini) che hanno fatto luce sulle manipolazioni straniere e principalmente israeliane nella strategia della tensione.
Infiltrazioni israeliane o americane sono documentate nelle Brigate Rosse ma anche nella sinistra estrema. Addirittura il gruppo leader, Lotta Continua, che stampava un quotidiano, aveva tra i suoi soci fondatori il futuro braccio destro di Ronald Reagan per la politica americana in Europa, Robert Hugh Cunningham Jr.
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