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Roulette rouge

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La storia si ripete in farsa

 

Circa quarant’anni fa ascoltavo alla televisione francese un missionario cattolico che raccontava con raccapriccio la sua esperienza della Rivoluzione Culturale cinese.
“Ero lì e vedevo i fiumi pieni di cadaveri abbandonati alla corrente, torno a Parigi e negli ambienti della sinistra, che sono i miei ambienti politici, quando parlavo mi tacitavano sostenendo che ero un fascista, un agente della Cia, un venduto perché tutto questo non poteva essere in quanto i cinesi stavano liberando l’umanità! Non sono mai riuscito a capire come la mente umana possa accecarsi a tal modo pur di non vedere la realtà com’è quando essa frantuma il suo sogno”.

Negli anni Cinquanta un militante comunista tornò in Occidente dopo essere stato a lungo prigioniero nei gulag russi. Testimoniò in pubblico i massacri a cui aveva assistito e la mattanza di migliaia e migliaia di comunisti considerati non affidabili o non sufficientemente ortodossi. Fu tacciato di essere fascista, agente della Cia, bugiardo. Fu minacciato, aggredito, isolato, e calunniato, fino a morire povero e solo.

Nel 1961 per frenare l’esodo di centinaia di migliaia di tedeschi dall’Est all’Ovest, i russi costruirono a Berlino un Muro che fu eretto “contro il fascismo” per difendere il paradiso comunista da fantomatiche minacce della Nato. I trinariciuti di allora ripeterono quella cantilena e sostennero anche le successive invasioni che vennero definite praticamente come delle passeggiate amichevoli.

Oggi capita lo stesso. Poiché non m’informo soltanto sui media italiani e neppure soltanto sui media internazionali, ma ho relazioni continue in diverse nazioni del mondo, così conosco almeno un pochino quali sono i sentimenti, i posizionamenti e anche molte cose che avvengono e che qui vengono negate. Ma perché le negano?
Siccome il rullo compressore dell’invasore in Ucraìna si comporta né più né meno come in passato, al di là del dar credito alla propaganda, basterebbe un minimo di obiettività per indurre a ragionare, e così ci sarebbe da attendersi da gente onesta perlomeno un fremito di sdegno, quand’anche invocando schemini dogmatici e giustificazioni (meglio alibi) di tipo astratto non volesse aderire alla causa di un popolo invaso.

La reazione di oggi in quel precipitato postpolitico della destra terminale è invece identica a quella dei comunisti di allora. Si nega ogni forma di realtà. Si nega non solo la propaganda ucraìna – che ci può stare – ma ci si rifiuta di ascoltare la propaganda russa, che marcia con bandiere comuniste, parla di recupero del ruolo e della grandezza dell’Urss, sostiene che l’Ucraìna non esiste e non ha diritto di esistere, avanza denazificando e mandando avanti orde del profondo tellurico in un mix etno-religioso da film fantasy, che purtroppo è una ripetizione del modello 1945.

Ed ecco che non si accetta di guardare alla realtà russa qual essa è in tutti i suoi aspetti, ma la si mitizza esattamente come allora. Si tirano in ballo stragi, bombardamenti e guerre di altri imperialisti che dialetticamente sono pure opposti ai moscoviti ma sempre sono stati loro complici. Tirando in ballo i diversamente uguali ai russi, si giustificano i russi qualunque cosa facciano, fermo restando che, finché possibile, ci si rifiuta di credere che la facciano.

È vero quello che diceva Marx, ovvero che la storia si ripete sempre in farsa. Anche oggi, che siamo in piena tragedia, certa destra terminale è la farsa di quel mondo comunista di allora.
Il quale, rispetto ad essa, aveva comunque più senso.
Mao e Stalin, grandissimi criminali, se non altro non si arricchivano personalmente, né come cricca di governo, con le risorse del proprio popolo. Forse le stime che mettono Putin al terzo posto nella classifica degli uomini più ricchi del mondo sono eccessive; ma anche se si trovasse al millesimo posto la differenza con Mao e con Stalin è considerevole e lo svaluta.
I comunisti di allora sognavano la guerra sociale e la dittatura del proletariato, questi destroterminali sperano soltanto in una nave pirata di Brecht, cioè che qualcuno li compensi delle loro frustrazioni esistenziali alle quali non accompagnano nessuna volontà di potenza.

Tutto il resto è uguale, ma nella decadenza. Del resto allora erano marxisti-leninisti ora sono ridotti a cosa? Fusaristi-duginisti?
Pietà!

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