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Ruht in Frieden

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Si è tenuta il 28 pomeriggio la commemorazione dei soldati dimenticati.

 

 

Evitate le contestazioni per la commemorazione dei soldati tedeschi al Corno di Bo’ nella primavera del 1945

Pilo: “Un semplice ricordo dei caduti”

«Un semplice ricordo dei caduti. Una preghiera, un requiem, un minuto di silenzio, un salmo letto da don Fernando (il parroco di Torbole ndr) e una corona d’alloro sul lago. Tutto qui. E spero che si capisca il senso umano di questa giornata, senza sollevare altri problemi o questioni». Tiene lontane le polemiche Walter Pilo, organizzatore con l’associazione «L’Uomo Libero», della breve cerimonia che ieri ha commemorato i soldati tedeschi morti negli aspri combattimenti degli ultimi giorni di aprile del 1945, in un rifugio scavato nella roccia nella galleria del Corno di Bò. Una scelta criticata duramente alla vigilia da chi – come Tommaso Ulivieri di Rifondazione comunista – ha definito «sbagliato e fuorviante» onorare pubblicamente a pochi giorni dal 25 Aprile «i soldati nazisti che, all’alba del 28 giugno di un anno prima, irruppero nelle case di giovani antifascisti trentini e altogardesani per ammazzarli sul posto o deportarli in camera di tortura». Lo stesso Ulivieri, però, aveva definito «legittimo e umanamente condivisibile la pietà personale verso giovani vite spezzate». «E proprio così va inteso questo giorno, che ripeteremo nei prossimi anni fino a quando, mi auguro, diventerà un momento istituzionale condiviso. Sulla corona gettata nel lago c’era solo una scritta in tedesco: riposino in pace», conclude Walter Pilo. Assieme a lui diversi giovani, che si sono imbarcati sul motoscafo giallo «Speedy Gonzale 2°» ( Foto Shop Professional ), salpato dall’approdo del canale della Rocca alle 17.40, per un giro che ha toccato il Corno di Bò per la deposizione in acqua della corona e ha poi fatto ritorno circa un’ora dopo a Riva. In realtà la cerimonia doveva partire alle 17 da Porto San Nicolò. «Ma c’era maltempo e con una barca a vela ci sarebbero stati dei problemi, per cui alla fine abbiano deciso di imbarcarci sullo Speedy», spiega Pilo. Una soluzione che lascia anche intendere la volontà di sottrarre l’evento proprio ad eventuali contestazioni o speculazioni politiche. «Riposino in pace». B. B.

da l’Adige, 29/04/2009

 

[per approfondire e per le foto: www.luomolibero.it]

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