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Sabra e Shatila

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Nell’anniversario del massacro dei palestinesi l’Inghilterra di Cameron s’inchina a Tel Aviv al punto di cambiare la sua natura

Ricorre in questi giorni il 29° anniversario dell’eccidio  perpetrato tra il 16 e il 18 settembre 1982, nei campi profughi di Sabra e Shatila, in Libano, dai cristiano-sionisti di Addad protetti dall’esercito israeliano, dove trovarono la morte migliaia di prifughi palestinesi, tra cui molte donne e bambini.

http://www.youtube.com/watch?v=b0c31kZ51qE#]Vittime come sempre innocenti SABRA E SHATILA.mp4

Per festeggiare gli inglesi che fanno?

Giovedì 15 settembre, in Gran Bretagna, è entrata in vigore una legge che limita il diritto dei cittadini di chiedere l’arresto di personalità politiche straniere per presunti crimini di guerra. In questo modo è stata rimossa una “spina” nelle relazioni britannico-israeliane.
La legislazione, oggetto di proteste da parte di Israele, che vedeva i propri alti funzionari in visita in Gran Bretagna passibili di arresto per presunti reati, è stata modificata.
In passato, ai singoli cittadini era consentito avviare procedimenti penali, compresi quelli per crimini di guerra, presentando domanda di mandato di arresto a un magistrato.
Alla fine del 2009, in seguito a rapporti secondo i quali l’ex-ministro degli Esteri israeliano Tzipi Livni avrebbe rischiato l’arresto con l’accusa di crimini di guerra se non avesse cancellato una visita a Londra (per l’offensiva israeliana su Gaza tra il 2008 e il 2009), Israele ha chiesto al Regno Unito l’emendamento della legge.
L’anno scorso Israele ha dichiarato di aver interrotto l’invio di delegazioni per colloqui di prassi strategica in Gran Bretagna, temendo che gli attivisti pro-palestinesi avrebbero potuto richiederne l’arresto per presunti crimini di guerra.
La nuova legge, nel caso di crimini commessi fuori dalla Gran Bretagna, richiede il consenso della Procura per il rilascio di un mandato di arresto nei casi di “giurisdizione universale”.
Il ministro della Giustizia Ken Clarke, in una recente dichiarazione, ha affermato che “queste nuove modifiche di leggi esistenti assicureranno l’equilibro tra la garanzia che chi è accusato di tali odiosi crimini non sfugga alla giustizia e che i casi di giurisdizione universale sia perseguiti solto sulla base di prove solide, che possano condurre con successo a un processo”.
Gli attivisti hanno tentato di ottenere l’arresto, sotto la precedente legge, di dignitari stranieri in visita, quali l’ex-Segretario di Stato Usa Henry Kissinger, l’alto funzionario del Partito comunista cinese Bo Xilai, e, appunto, Tzipi Livni, ora leader di opposizione in Israele.
Il ministero degli Esteri israeliano ha dichiarato che i rischi legali affrontati dai politici e dai funzionari dell’esercito israeliani potrebbero danneggiare gli sforzi della Gran Bretagna di svolgere un ruolo significativo nel processo di pace in Medio Oriente.
Amnesty International ha condannato gli emendamenti, accusando il governo di offrire ai criminali di guerra “un biglietto gratuito per sfuggire alla legge”.
In Israele, il partito di Livni, Kadima, ha reso noto che l’ex-ministro degli Esteri era stata informata dall’ambasciatore del Regno Unito in Israele, Matthew Gould, delle modifiche alla legge.
Tzipi Livni, stando a una dichiarazione di Kadima, ha accolto favorevolmente la decisione, e, rivolgendosi a Gould, ha affermato: “Sono felice che il mandato di arresto nei miei confronti abbia fatto aprire gli occhi agli inglesi, e spero che questo possa porre fine all’uso cinico della legislazione britannica nei confronti di comandanti e soldati delle forze di difesa israeliane”.

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