giovedì 18 Luglio 2024

Sarkozy sfotte l’Italia

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E forse non ha tutti i torti.

 

La scena di Sarkozy, novello e arrogante Napoleone, che ha sghignazzato, ieri, nella conferenza-stampa con la Angelona Merkel, sul declino di Silvio Berlusconi, è stata brutta e mortificante. E  dovrebbe indignare tutti gli italiani, non solo Pier Ferdinando Casini, il quale, con il Quirinale nel mirino, ha, vigorosamente, protestato. Opportuno sarebbe un intervento del Capo dello Stato a difesa della dignità delle nostre istituzioni.
Da parte nostra, speriamo di ridere di gusto, nel prossimo mese di maggio 2012, quando il socialista Francois Hollande avrà sfrattato il ridanciano Nicholas, poco rispettoso del nostro Paese e dei suoi legittimi rappresentanti, nonché marito della algida signora piemontese, Carlà Bruni, amica del terrorista e spietato assassino, Cesare Battisti.

Ma, anche alla luce dell’ulteriore indebolimento di Berlusconi, sulla scena internazionale, egemonizzata dall’asse franco-tedesco, ci si chiede se questi famosi, avversati e temuti, “poteri forti” contino ancora, o siano, ormai, diventati, anche loro, piuttosto debolucci? Non mi direte che due cani di razza, ma sciolti, come Gigino de Magistris e Giuliano Pisapia, i nuovi, facondi-soprattutto l’ex magistrato: “Sono camorristi e legati a Cosentino i politici e i giornalisti, che non la pensano come me…”- primi cittadini di Napoli e Milano, siano espressione di tali poteri…

E non è un mistero che, per il vertice di Bankitalia, Giorgio Napolitano-il cui ruolo, in questa situazione politica, incerta e tesa, sta assumendo, ogni giorno che passa, maggior peso e prestigio- avrebbe gradito la nomina di Fabrizio Saccomanni. Ritenendolo, non a torto, non solo un banchiere con maggiore anzianità professionale, ma anche più esperto e più autorevole del prescelto, Visco( solo omonimo del dalemiano, ex pessimo ministro, Vincenzo). Il successore di Draghi è napoletano, come il Capo dello Stato che, ben consigliato da Macaluso, non intende farsi tirare per la giacca, elegante, da Scalfari. Una ulteriore sconfitta del senatùr, in netto declino anche nella Lega, dove sta avanzando Bobo Maroni. Bossi, vanamente, si è battuto, con Tremonti, a favore del lumbard Grilli. Ancora una volta, è stata decisiva la diplomazia e l’abilità di Gianni Letta, che contenderà a Casini la nomination del centro-destra per la candidatura al Quirinale, dove l’attuale inquilino, volentieri, resterebbe, molto anziano ma mai dormiente, per un altro settennato.

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