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Schlein, zwei, drei

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Adesso la situazione si fa preoccupante

Ha vinto la Schlein.
Solo pochi giorni fa scrivemmo che aveva tutti i requisiti per fare molta strada. La nostra affermazione suscitò scetticismo e perplessità. Ci siamo abituati, sono ormai 47 anni che va regolarmente così: le sole eccezioni sono i travasi di bile e i consequenziali insulti e lazzi da parte di chi si sente scosso quando si mettono in discussione certi paradigmi in cui sono prigioniere le menti ipnotizzate che, appunto, si ribellano. Il re non può essere nudo, il ragazzo è pazzo!
Per l’ennesima volta dobbiamo constatare che, pur nei cosiddetti ambienti alternativi, che dovrebbero spiccare per intelligenza critica, c’è sempre critica, forse eccessiva, ma quasi mai intelligenza. Ergo, minoranze che già non hanno un ruolo politico in una società mutante, non possono neppure essere avanguardie, e sono relegate all’avanspettacolo.

Ora in questi ambienti ci sarà un trionfalismo per la vittoria della Schlein, in quanto, con la banalità e il passaparola, questa verrà considerata come la fine del Pd e della sinistra. Immagino che saranno in molti a vederla così e a sbeffeggiarla come se fosse una marziana cretina.
Viceversa la sua vittora è preoccupante per due motivi. Quello elettorale, perché è l’apparato del PD ad essere sì vicino a logiche di potere e di amministrazione, ma sempre più lontano dalla sua base che ora potrebbe essere sedotta dai toni della Schlein. Una base che, si badi bene, non ha votato FdI o Lega ma si è astenuta, ed è quindi non così difficile da rimotivare per cambiare i rapporti di forza nelle urne.
Ma il lato più preoccupante di questa vittoria è che contribuisce alla polarizzazione emotiva in atto oggi, quando si cerca d’impedire la riforma della giustizia e di ostacolare il Governo nell’occupazione di spazi internazionali ormai qui inconsueti e che non sono in pochi (dalla Russia a Londra, passando per alcuni alleati europei) a voler contrastare.
Ha vinto la Schlein, sicuramente sostenuta e sospinta, ma con merito. E questa non è per niente una bella notizia.

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