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Scopare invece no?

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Per raggiungere il numero di abitanti per salvare la cassa i piccoli comuni vogliono arruolare gli immigrati

E’ caccia all’immigrato. Una buona caccia, stavolta. Prima tutti (ma mica tutti) a dire che non li vogliamo, che tornino da dove sono arrivati, che sono troppi, e altre cose così. E quante cattiverie nei loro confronti, quanti pregiudizi, quanta ostilità. Ora invece sono diventati di colpo preziosi gli immigrati, vengono corteggiati, blanditi, carezzati, richiesti, inseguiti.
Come mai? I piccoli paesini a rischio di venire tagliati dalla manovra berlusconian-tremontiana, in quanto i loro abitanti non arrivano al numero di mille, stanno disperatamente cercando, da Nord a Sud, extra-comunitari e romeni da iscrivere all’anagrafe. Così fanno numero e il comune da tagliare aumenta la propria popolazione, scampando dalla scure del governo.
Ci sono sindaci padani e leghisti che supplicano Lampedusa perché lasci liberi dai centri di permanenza coatta i clandestini arrivati sull’isola e consenta loro di andare a ripopolare il piccolo comune alpestre che arriva al massimo a 500 abitanti o il paesello veneto che deve arruolare nuovi abitanti o viene tagliato dalle forbici del governo costretto al risparmio. Da pericolo per la patria a salvatori di tante micro-patrie locali: ecco la parabola degli immigrati. E la loro piccola soddisfazione.
Insomma se prima c’erano dubbi, ora è chiarissimo come vengono considerati questi immigrati sia dai politici che dai commentatori: come autentici capi bestiame da inidirizzare ovunque capiti, purché sia conveniente per dei mediocri sfruttatori miopi che non hanno alcun senso di responsabilità.
E in ogni caso: scopare no?
 

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