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Sei milioni e uno

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L’elenco delle vittime dei carnefici nazisti acquisisce un’altra vittima: il povero Arnold Schwarzenegger, che in un’intervista dichiara di aver subito le violenze del padre “ex ufficiale nazista”. L’ennesima vittima dei barbari crociuncinati riconduce del resto le violenze subite alla “mentalità austriaco-tedesca” (quella della “vecchia Europa”) dalla quale fuggì per “diventare ricco” (seguendo, è ovvio, “l’american dream”). Eppure sembrava che il dramma l’avesse superato quando in un intervista giovanile aveva dichiarato ammirazione per Adolf Hitler…



Gesti inaccettabili, secondo chi allora ne fu vittima. Ma che, come ricorda lo stesso Schwarzenegger, non erano affatto rari, a quel tempo, nel suo paese: gli stessi abusi, spiega, erano subiti “dal bambino della porta accanto, e da quello della porta ancora successiva. Molti di loro erano gravemente maltrattati dai loro genitori: un effetto della mentalità austriaco-tedesca”.

La differenza rispetto ai suoi coetanei, come sottolinea l’attore-governatore, è nella reazione: gli altri subivano passivamente, lui no. E dunque se lo scopo del padre era quello di “spezzare la mia volontà”, l’obiettivo non è stato certo raggiunto: “Io ero l’unico che non mi sono mai conformato, e la cui volontà non si è mai fatta piegare”. Anzi, parte proprio dal clima di violenza respirato in famiglia il suo desiderio di evadere: “Diventai un ribelle, decisi di andarmene: volevo diventare ricco. Diventare qualcuno”.

E, in effetti, il giovane Arnold mantenne le promesse: coltivò la sua forza fisica con cura maniacale, e a 21 anni emigrò negli Stati Uniti. Diventando – lui, austriaco – perfetta incarnazione del sogno americano: prima campione di culturismo, poi protagonista di pellicole di serie B, poi divo consacrato da pellicole sfonda-botteghino (su tutte la saga Terminator), poi ancora governatore della California. Insomma, un concentrato di muscoli di ferro e volontà d’acciaio. Forse per cacciar via le immagini di un bimbo impaurito vittima del suo papà.
(4 agosto 2004)



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