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Sessantaquattresimo di Hiroshima

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Il messaggio di morte e devastazione con cui gli americani annunciavano la loro egemonia

     Il 6 agosto 1945 veniva consumato il massacro nucleare di Hiroshima. La nazione guida del fronte dei “liberatori” dava al mondo una prova tangibile della sua etica e del suo concetto di libertà e di civiltà. Una nazione nata sul genocidio dei pellerossa, costituitasi economicamente sul ratto e la schiavizzazione degli africani, divenuta potenza sulla pelle dei latinos, fattasi società con la legge della jungla d’asfalto, nell’imperio delle lobbies, dominata da un’aristocrazia di banchieri senza scrupoli e di mafiosi, lanciava il suo messaggio definitivo. Dopo i bombardamenti a tappeto, dopo gli inferni chimici come quello di Dresda, era nel sabba atomico durante il quale sacrificavano come torce umane decine di migliaia di giapponesi che gli Stati Uniti annunciavano al mondo l’inzio dell’era della loro egemonia e, con essa, del multinazionalismo global.

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