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La nuova Gerusalemme; così viene acclamata in Israele la capitale del nuovo corso alemanniano

 

A Gerusalemme c’è un museo dove si insegna la pace. Dove bambini israeliani e palestinesi giocano e studiano insieme seguendo il modello “Open Window Dialogue”. E nella Capitale cresce il coinvolgimento verso i percorsi di pace. L’Associazione Amici Italiani del Museo di Israele a Gerusalemme ha radunato l’altra sera al Parco della Musica un gran numero di sostenitori, per un concerto in memoria di Yitzhak Rabin. “Roma è la nuova Gerusalemme” ha esclamato il direttore dell’istituto museale James Snyder, osservando la platea colma di personalità.
Sul palco della Sala Santa Cecilia gli è accanto la presidente Aimig Marilena Francese, che ha organizzato l’evento e mobilitato tutti con grazia e decisione. C’è il maestro Lorin Maazel chiamato a dirigere il Requiem composto da Dov Seltzer, amico personale dell’ambasciatore d’Israele Gideon Meir.
SONIA RAULE E FRANCO TATO
Ci sono il ministro della Difesa Ignazio La Russa, gli ambasciatori Mordechay Lewy, Christian Berlakovits e Miguel Diaz, e poi Giancarlo Elia Valori, Rita Levi Montalcini, Bruno Cagli, Rocco Crimi con la moglie Ester, Renzo Gattegna.
SHULAMITH ORVIETO MASSIMO TEODORI
Tra i primi a prendere posto, il neuropsichiatra Giovanni Bollea, Carla Fendi con il marito Candido Speroni arrivati con Chicca Monicelli e Luigi e Raffaella Chiariello, il prefetto Giuseppe Pecocoraro, Anna Kanakis con il marito Marco Merati Foscarini, Erminia Manfredi, Fabiano e Lilli Fabiani, Enrico e Iole Cisnetto.
A seguire, un diluvio di volti noti: tra gli altri, la mecenate Ludovica Rossi Purini, Jas Gawronski, Claudio Strinati, Mirella Haggiag con Massimo Teodori, Pilar Crespi con Stephen Robert, rettore della Brown University, Angelo Bucarelli, Ornella Vanoni, Franco Tatò e Sonia Raule.
La soirée è proseguita alla Gnam, con un charity dinner nel Salone dell’Ercole per oltre trecento ospiti, accolti dai tavoli illuminati con una scultura in pvc e pasta di zucchero firmata da Enrico De Paris.
Insomma, da quando c’è la giunta Alemanno, mentre l’Italia si avvicina all’Europa, Roma se ne allontana e si appropinqua all’Asia.

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