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Shell we die

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È il nono anniversario dell’assassinio legale, in Nigeria, di Ken Saro-Wiwa colpevole di aver dato voce all’etnia Ogoni devastata e annichilita dalla multinazionale del petrolio.

Nove anni orsono, il 10 novembre 1995, veniva impiccato in Nigeria, per il reato di ribellione, Ken Saro-Wiwa, intellettuale e poeta africano che, in quanto intellettuale e poeta, ha avuto il privilegio di non essere completamente caduto nel dimenticatoio come è invece accaduto ai suoi compagni di supplizio.


Contro chi e contro cosa si era ribellato Ken Saro-Wiwa ?


La sua etnia, quella degli Ogoni, una delle 250 che annovera il paese, vive nel Delta del Niger e rappresenta lo 0,5 % della popolazione nazionale. Gli Ogoni hanno sempre vissuto di pesca e di agricoltura su di un territorio di 500 km quadrati. Ma da quando la multinazionale del petrolio Shell si è installata nella regione essi non possono più coltivare né pescare, non hanno più acqua potabile ed hanno uno stato di salute assai precario a causa dell’inquinamento.


La speranza di vita è così crollata alla soglia dei 51 anni, la moralità infantile è del 4%, esiste un medico ogni settantamila abitanti, un solo ospedale per l’intera regione e la disoccupazione è fissata all’85%.


La Shell che ha devastato le loro terre, in compenso ha impiegato soltanto 88 Ogoni. Le uniche strade della regione collegano fra loro le installazioni industriali e la Shell. Non è stata effettuata alcuna canalizzazione e l’elettricità è scarsa.


Gli Ogoni provarono nel 1993 a far sentire le loro ragioni ma la Shell, che possiede di fatto la Nigeria e manovra a totale piacimento il governo fantoccio, armò e trasportò truppe nigeriane, cui diede un bonus salariale, per reprimere il malcontento. Duemila Ogoni furono immediatamente massacrati e una trentina di villaggi vennero rasi al suolo. Poi la repressione che si concluse con l’impiccagione di Ken Saro-Wiwa.


Gli Ogoni oggi continuano ad agonizzare nelle condizioni che abbiamo descritto.


Ecco cosa s’intende per “scontro di civiltà”.

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