venerdì 19 Luglio 2024

Si aprono le porte dell’inferno

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Segno dei tempi e presagio per il futuro

ANKARA – Restano ormai pochi dubbi sul fatto che la grotta scoperta dal team di archeologici italiani guidato da Francesco D’Adria a Hierapolis, l’antica città sacra della Frigia, oggi Pamukkale, nella Turchia nord-occidentale, sia la mitica ‘Porta degli Inferi’, meta di pellegrinaggio, anche di Vip di allora come Cicerone o il grande geografo greco Strabone, nell’Antichità greco-romana.
Lo stesso D’Adria ha annunciato oggi all’Ansa il ritrovamento all’ingresso della grotta del ‘Ploutoniom’ di Hierapolis di una statua in marmo di Cerbero, il cane a tre teste che la mitologia greca aveva posto a guardia dell’ingresso dell’Ade, il Regno dei Morti. Accanto a quella di Cerbero – il mostro che solo Ercole era riuscito a sottomettere, facendogli mangiare una pagnotta con semi di papavero che lo aveva addormentato – è stata scoperta anche la statua in marmo di un enorme serpente, altro animale guardiano per gli antichi greci dell’Oltretomba. L’annuncio durante un convegno in marzo a Istanbul sulle missioni archeologiche italiane in Turchia della scoperta della Porta degli Inferi aveva suscitato enorme interesse in tutto il mondo. Il team di archeologi dell’Università del Salento guidato da D’Adria aveva individuato l’antica Porta dell’Ade grazie ai cadaveri di alcuni uccellini, ritrovati morti davanti a una sorta di grotta da dove uscivano fumi mefitici di anidride carbonica. Nei racconti dei suoi viaggi in Asia Minore nel I secolo a.C., Strabone aveva descritto la Porta degli Inferi come una apertura “di dimensioni sufficienti” per fare passare un uomo “riempita di un vapore fitto e scuro, così denso che il fondo difficilmente può essere individuato”.
Gli animali che entrano “muoiono all’istante. Anche i tori, quando sono portati al suo interno, cadono a terra, morti”.
“Noi stessi gettammo dentro dei passeri – racconta Strabone – che immediatamente caddero a terra senza vita”.
Gli scavi a Hierapolis procedono con meticolosa prudenza. La grotta, larga non più di due metri, non è stata ancora investigata e potrebbe riservare altre sorprese. D’Adria ha definito la scoperta della statua di Cerbero un “unicum”, di straordinaria importanza storica e archeologica. L’equipe archeologica italiana continua intanto il lavoro di restauro dell’eccezionale sito di Hierapolis. Nella chiesa accanto alla tomba dell’apostolo San Filippo, scoperta due anni fa da D’Adria, sono state rimontate otto grandi colonne di marmo, ed è quasi completato il lavoro di restauro del teatro, uno degli edifici più spettacolari dei siti greco-romani in Turchia.

 

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