Le nostre bollette della luce sono tra le più care al mondo. I nostri impianti sono ad alto rischio black out. Dove ci conduce una classe dirigente davvero all’altezza della nostra misera società attuale.
L’Italia e’ un paese che resta vulnerabile al rischio blackout a causa di ”carenze funzionali e strutturali la cui origine risale nel tempo e la cui soluzione impegna anche orizzonti di medio e lungo termine”. A denunciarlo e’ il presidente dell’Autorita’ per l’energia elettrica e il gas, Alessandro Ortis, nella sua prima relazione al Parlamento.
L’Autorita’ sottolinea di aver avviato specifiche istruttorie sul blackout del 28 settembre 2003 per verificare ”eventuali responsabilita’ a carico di operatori del sistema elettrico nazionale” sulla base di elementi gia’ emersi che ”potrebbero evidenziare difformita’ nelle gestioni, nei coordinamenti e nei funzionamenti degli impianti”.
Quanto al prezzo dell’energia in Italia resta tra quelli piu’ alti d’Europa: il 20% in piu’ circa per il gas e addirittura il 50% in piu’ per le famiglie con consumi piu’ elevati. Sotto accusa per questa situazione, la ancora scarsa concorrenza sul mercato ma anche il ”pesante carico fiscale” che, ad esempio nel gas, pesa per il 46% del prezzo finale sulle famiglie.
Anche per la luce i prezzi italiani sono ”mediamente piu’ elevati” che in Europa soprattutto a causa del mix di combustibili povero di carbone e senza il nucleare, utilizzato per produrre elettricita’. Un costo, questo, che pesa per il 67% sulla tariffa. L’Autorita’ critica inoltre la struttura dei prezzi ”indiscriminatamente progressiva, accentuata dalla fiscalita”.
Secondo Ortis, poi, il disegno di legge di riforma dell’energia rischia di produrre ”un clima di incertezza” nel settore con ricadute negative su investimenti e finanziamenti e mette a repentaglio ”l’indipendenza e l’autonomia dell’Autorita’.
Poca concorrenza e Eni ed Enel ancora in posizione dominante -continua l’Autorita’-. Nel settore dell’energia, in Italia, nonostante la liberalizzazione avviata dall’Europa, manca ”una condizione di effettiva concorrenza” sia ”sul mercato dell’elettricita’, sia su quello del gas”. L’Autorita’ non cita direttamente i nomi dell’Enel e dell’Eni ma afferma che ”in ciascuno dei settori dell’elettricita’ e del gas, si riscontra tutt’ora la presenza di un operatore dominante, sebbene con caratteristiche diverse in relazione alle diverse strutture nei due mercati”.