venerdì 19 Luglio 2024

Sovranismo?

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Il modello Corea del Nord

Con la svolta politica della Lega Nord operata dal segretario Matteo Salvini, si sta aprendo in Italia, finalmente, la possibilità di creare un grande Fronte Sovranista che riunisca sotto di sé molti movimenti, anche culturalmente diversi, ma che oltre a riconoscersi nel medesimo Leader, si riconosce anche in precisi punti chiave per rivoluzionare la politica dell’Italia

Uno di questi punto è il SOVRANISMO, ossia l’istanza di riconquista della sovranità dal parte del popolo e dello Stato italiano rispetto alle Entità Internazionali e internazionaliste come la NATO, l’UE, la BCE e – in senso più astratto – all’Atlantismo geopolitico (ossia sudditanza agli Stati Uniti d’America).
Detto ciò, una domanda sorge spontanea: perchè guardare con simpatia, se non proprio sostegno, all’esperienza dello Stato Socialista della Corea del Nord?
Semplice: perché questo Stato è l’esempio più totale e marchiato di realizzazione del SOVRANISMO.
Il Paese è fortemente militarizzato e la più alta carica amministrativa è quella di Ministro della Difesa. Il servizio militare è considerato permanente in base al principio della Nazione Armata. Ogni cittadino adulto è infatti tenuto, senza esclusione di sesso, stato sociale od occupazione, a dedicare parte del proprio tempo all’esercito, attraverso la partecipazione frequente a corsi di specializzazione e formazione, parate, attività militari.
La legislazione è affidata alla Suprema Assemblea del Popolo, attualmente guidata dal Presidente KIM YONG NAM.

 E’ noto che la Corea Socialista non è qualificabile come Stato marxista-Leninista tout court, ma uno Stato che è basato e fondato sulla dottrina dello “JUCHE”, ossia si indica l’ideologia ufficiale della Repubblica Popolare Democratica di Corea , nonché il sistema politico su cui si basa, ispirato al socialismo e al patriottismo.
Significa letteralmente “corrente principale” o “corrente tradizionale”, ma viene spesso reso come “AUTOSUFFICIENZA”; la sua origine risiede in un discorso di Kim-Il-Sung dove si riferisce all'”Idea di Juche”, che identifica le masse coreane come gli artefici dello sviluppo della nazione. Il Juche è alla base delle scelte dell’organo politico nordcoreano, come la RICERCA DI INDEPENDENZA DALLE SUPERPOTENZE, un forte apparato militare e l’impiego prioritario delle risorse nazionali. Kim-il-Sung descrisse il Juche come l’idea volontaristica secondo cui “l’uomo è il padrone di ogni cosa e decide ogni cosa“.

In sostanza, la Corea del Nord è attualmente il supremo esempio statale di SOVRANISMO, AUTARCHISMO e MILITARISMO, ossia dottrine politiche che lo rendono appunto una Nazione sovrana e artefice del proprio destino, il che – giustamente – per mantenersi tale ha dovuto sviluppare anche arsenale atomico (abbiamo visto cosa è successo, infatti, alla Libia di Gheddaffi, che non aveva sviluppato in tempo tale tecnologia: è stato assalita, borbandata e il paese è smembrato ad uso e abuso dell’America e dei suoi lacchè come Francia e Inghilterra).
Non deve quindi stupire che i pilastri dello Juche siano simili agli “imperativi morali” di kantiana memoria: l’autosufficienza e l’autarchia sono caratteristiche richieste tanto all’individuo quanto allo Stato. Da un punto di vista soggettivo, l’individuo deve condurre la propria battaglia quotidiana contro le tentazioni, più o meno nascoste, di una “vita comoda”: la via virtuosa consiste in un’evoluzione progressivo verso la spoliazione dagli interessi materiali (evidente le influenze confuciane). Da un punto di vista oggettivo, l’individuo non può che respingere le lusinghe proveniente dall’esterno e costruire, qui e ora, una società basata sulla “dittatura delle masse”. Solo le masse, nell’ottica di Kim, possono cambiare il corso della storia, tramite l’opera di un Partito che sappia rappresentare le istanze del popolo all’interno di un quadro di pianificazione statale. Ma il tratto inedito è che questa emancipazione, a differenza del marxismoleninismo classico, deve avvenire in un quadro di INDIPENDENZA NAZIONALE: non è un caso che il principio guida della Repubblica sia tuttora il “Songun” – il primato dell’Esercito nazionale nell’assegnazione delle risorse – da opporre a qualsiasi tipo di interferenza esterna.

Pertanto, è evidente che nell’attuale momento di politica internazionale, dove l’Imperialismo Americano continua a farla da padrona, e l’Unione Europea cerca di imporre agli Stati vassalli politiche auto-genocide come la teoria del “gender” insegnata nelle scuole ai minorenni, come l’invasione immigrazionista, come la tolleranza estrema per ogni forma di perversione, e l’arrendevolezza a culti allogeni come l’Islam, c’è assolutamente bisogno di contrapporre al rullo compressore del Mondialismo e della Globalizzazione Atlantica, un forte e grande Movimento Sovranista in Italia; e se ciò è vero, è altrettanto vero che non si può non sostenere politicamente la Corea Socialista e le sue scelte di voler restare autonomo e sovrano rispetto all’America, alla Cina e a influenze esterne ed estere , anche in ambito culturale.
Il relativo isolamento culturale della Corea del Nord, è stata infatti un humus ideale per far germogliare un’ideologia basata sul rafforzamento dell’identità nazionale,; identità che invece, attualmente in Italia, rischia di essere distrutta a causa dell’invasione degli immigrati, della sub-culturale materialista di impronta berlusconiana proprinata in ogni canale televisivo, e a causa della cultura sessantottina che ancora addormenta le coscienze dei giovani italiani sin dalle scuole elementari.

La Corea del Nord è uno degli stati con il più elevato tasso di alfabetizzaizone del mondo, con una percentuale del 99% , mentre in Italia assistiamo al ritorno dell’analfabetismo, che fa comodo a coloro che vogliono popoli e nazioni senza identità e abbrutite nel consumismo.
Una buona parte di nordcoreani si sente veramente depositaria dei valori tradizionali della “coreanità” confuciana, che affonda le sue radici nei regni Choson del Medioevo (che fu fondata nell’attuale Kaesong, in Corea del Nord) e ritiene che il Juche sia una via per realizzare la piena indipendenza da ogni aggressore esterno. Ciò ci permette di capire come mai Kim Jong Un governi oggi senza tensioni interne paragonabili alla Cina o ad altre dittature. Il regime è diventato resiliente perché il Juche è diventato con il tempo un’assicurazione sulla stabilità “millenaria” della società.

Capiamo pertanto assai bene, che schieramenti politici di impronta liberale e progressista non possono tollerare – nemmeno in astratto – l’esistenza di una gioventù come quella nord-coreana, abituata alla “caserma” e al “fucile”, piuttosto che alla cocaina e alla discoteca; quegli stessi politicanti che preferiscono vedere giovani imbelli e senza identità che militano in associazioni parassitarie “coccola-rom” e “coccola-immigrati”, in modo da destrutturare la loro coscienza nazionale e controllarli dalla loro nascita alla loro morte.
Eppure, una speranza ancora ce l’abbiamo, prima che organismo internazionali arrivino a metterci il micro-chip e a rendere definitivamente schiava l’Italia e gli italiani, del sistema bancario internazionale a antinazionale: costruire il Fronte Sovranista e Patriottico  guardando anche a tutti quelli Stati e modelli politici che hanno capito come si resta Patria, Popolo e Nazione Sovrana. Tra cui, appunto, la Corea del Nord. 

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