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Stile e comunità

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Verticale e orizzontale d’Europa

In Gilles, il romanzo suo più compiuto, (Pierre Drieu La Rochelle) nelle pagine conclusive racconta di un pugno di volontari europei – un irlandese, un polacco il protagonista fra costoro, che vanno a battersi e a morire nella guerra civile spagnola, a fianco della Falange e di Franco, purtroppo, aggiungo io. (Egli spense la fiamma della Rivoluzione e trasformò le sue ceneri in un grigio modello reazionario ed anticomunista). E descrivendone aspetto e linguaggio tiene a precisare che non occorre siano degli intellettuali perchè altro li rende ‘comunità’. È lo stare insieme pur essendo il giorno prima sconosciuti fra loro il senso imminente ed estremo del sacrificio il pericolo insorgente a cimentarne ossa sangue carne poi forse delle idee un libro parole d’ordine ardite e udite…                            
La comunità nasce da una alta e nobile ‘musica di sentimenti’ (rubo l’espressione da Filippo Tommaso Marinetti quale sottotitolo al suo ultimo componimento), dove il sangue e lo spirito si identificano, le diversità il vissuto di ciascuno, ignota rimane la storia personale, pregi ed errori compresi, un pretesto idee e finalità. Solo l’ansia di stringere presto il calcio del moschetto, alzare la fronte, calcare saldi il terreno come chiedeva Tirteo, il poeta straniero e zoppo, ai guerrieri della patria adottiva, Sparta. (E mi tornano a mente  il tremore e il bastone là a San Lorenzo, davanti a Paese Sera e l’Unità, le mani sudate le labbra secche, sedici anni, eppure esserci).                              
Al servizio dell’Idea, la sola per cui vale la pena vivere e in suo nome donarsi. Idea e non idee, altrimenti detta Stile – le emozioni antecedono la ragione – che nasce e si traduce in azione per non decadere in alibi compromesso saccente intellettualismo vile e patetico. Una comunità ove il gesto permane. Contro gli ‘indecenti e servili’, i botoli ringhiosi (così Dante, uomo del suo tempo, aspro e rissoso, definiva gli aretini, ma il suo linguaggio s’è reso capace di ergersi universale). Sul BL 18 l’ardito dal petto pieno di decorazioni il giovane ufficiale con la pistola alla cintura lo studente  troppo giovane per le trincee e il Piave l’artigiano massiccio e callose le mani corrono nella notte sfrontati e irriverenti, ‘bombe a mano e carezze col pugnale’, e sopra di loro il cielo stellato il nero gagliardetto… ‘Dove c’è uno Stile là è passato un Capo’.

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