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Strage amica

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Erano venticinque ad avere “eliminato Bin Laden” e ne hanno già fatti fuori ventitré

 

Probabilmente avevano fatto credere anche a loro che stavano per uccidere Bin Laden ma durante l’operazione dovevano aver notato alcuni particolari inquietanti. Nessuno del resto aveva mai detto loro che Fantomas era morto da oltre quindici anni e che la sua famiglia restava in affari con quella Bush.

Erano 25 i membri del «Team Six» dei Navy Seal che nel maggio 2011 , vicino a Islamabad, entrarono nel bunker dello sceicco del terrore Osama Bin Laden e lo uccisero. Adesso in vita ce ne sarebbero soltanto due. Dopo il tragico incidente di elicottero che uccise 22 membri di quella squadra, nell’agosto dello stesso anno, infatti, un altro marine del «Team Six» è morto durante un’esercitazione.
IL PARACADUTE – Si chiamava Brett D. Shadle, aveva 31 anni e giovedì pomeriggio con il suo paracadute si è schiantato al suolo nel deserto dell’Arizona dopo una collisione con un commilitone. Stavano esercitandosi nei lanci a bassa quota. Shadle è stato dichiarato morto all’ospedale di Tucson, poco lontano. Il collega è ricoverato in condizioni definite stabili e le sue generalità non sono state rivelate. Sull’incidente le autorità militari hanno aperto un’inchiesta. IL LIBRO – A queste morti – anche se non è mai ufficialmente confermato che i 22 a bordo dell’elicottero fossero ad Abbottabad o se facessero parte del team logistico – va aggiunta la storia di Matt Bissonnette, che sotto lo pseudonimo di Mark Owen aveva scritto un libro, No easy day, in cui raccontava il dettaglio della missione, e che è poi diventato la base del film Zero dark thirty. Bissonette/Owen è stato minacciato di morte, e non avendo chiesto ai suoi superiori il permesso di divulgare informazioni, seppur camuffate.
LO SPARATORE INDIGENTE – E l’uomo che ha materialmente ucciso Bin Laden («Devo colpirlo alla testa così non ha la possibilità di farsi saltare per aria. In quel attimo gli sparo, due volte alla fronte. Bam. Bam. La seconda mentre sta scivolando sul pavimento») un mese e mezzo fa aveva raccontato all’Esquire di essere rimasto senza alcuna assistenza dopo essersi congedato. Per l’emozione o lo stress legato alla vicenda, ha lasciato il Team Six dopo soli 16 anni, contro i 20 previsti.

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