domenica 22 Dicembre 2024

Studenti in cerca di casa

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Un vecchio problema

Universitari “senzatetto”: il fenomeno è sempre più diffuso tra le ragazze e i ragazzi che frequentano un corso di laurea lontani dal proprio luogo di residenza, al punto che ben una matricola fuorisede su tre fino a pochi giorni fa – cioè a lezioni già iniziate – pare non fosse ancora riuscita a trovare una sistemazione stabile in cui vivere per i mesi a venire.
A mostrare l’ampiezza di questa specie di psicodramma che ogni volta si ripete, peraltro con numeri in costante crescita, è un’indagine condotta dal portale Skuola.net su un campione di 500 fuorisede – nuovi e vecchi – al principio dell’anno accademico. Una problematica che, inoltre, non risparmia neanche chi, in teoria, dovrebbe avere ormai una sorta di equilibrio: i fuorisede “storici”. È sufficiente visitare uno dei tanti gruppi social dedicati alla ricerca (disperata) di stanze e appartamenti in affitto per averne conferma.

Tra affitti alle stelle e proposte “discutibili” trovare casa è una corsa a ostacoli
Perché le matricole che vengono da fuori non si trovano in mezzo a una strada per indolenza. Se escludiamo quelle che ammettono di essersi mossi in ritardo – circa una su cinque – tutti gli altri si sono ritrovati in quella condizione proprio a causa di fattori non dipendenti dalla loro volontà. Il 39% si è imbattuta in prezzi folli per quello che veniva offerto. Altrettante (39%) sono state illuse da proposte abbordabili ma poi hanno capito il perché: la casa era messa male oppure le eventuali condizioni di vita sarebbero state “precarie”.
Aumenti incontrollati degli affitti, conversione degli appartamenti in bed&breakfast, condizioni discutibili degli immobili sono, infatti, i nemici giurati degli universitari fuorisede, visto che a fronte di circa 1.600.000 iscritti agli atenei tradizionale, circa 400.000 risiedono fuori regione e hanno a disposizione poco più di 40.000 posti letto negli studentati pubblici. Quindi una casa o una stanza in affitto è una scelta quasi obbligata per la maggior parte.
E se non bastasse il mercato impazzito, ci sono anche i pregiudizi di genere: i proprietari spesso sono più inclini – sempre secondo quanto si legge sui vari gruppi – a evitare di affidare i propri immobili a giovani uomini. Non a caso, la metà degli intervistati (49%) racconta di essersi imbattuto in annunci riservati “solo a ragazze”.

Il mercato immobiliare impazzito fa “muovere” anche i vecchi fuorisede
Ma, come detto, inoltre gli stessi problemi delle matricole li stanno vivendo tanti fuorisede di lungo corso. Quest’anno, per dire, sono stati oltre un quarto (27%) ad aver cambiato alloggio. Un numero, anche questo, che tende a salire ogni dodici mesi. E in tantissimi – circa la metà – sono stati costretti a prendere tale decisione proprio per ragioni economiche: il 25% ha cercato altro perché l’affitto della vecchia casa sarebbe aumentato troppo, il 22% per un “taglio” di budget che non permetteva di coprire più quelle spese.
Alla fine, comunque, come si sono sistemati gli universitari fuorisede per il prossimo anno accademico? La soluzione più gettonata, come sempre d’altronde, è la co-abitazione: oltre quattro su dieci vivranno assieme ad altri coinquilini. In case parecchio affollate, dato che la fetta più ampia (44%) dividerà l’appartamento con tre persone, se non più; il 34% abiterà con altre due; il 22% avrà solo un’altra presenza con cui gestire gli spazi.

L’appartamento si può dividere, la camera da letto meglio di no
C’è un luogo, però, in cui difficilmente si accettano intrusioni: la camera da letto. Chi ha potuto, ha cercato di difendere la propria privacy. Così, il 60% di chi co-abiterà, ha optato per una stanza singola. Al massimo si può accettare un’altra persona: è la strada scelta dal 28%. Solo una minoranza (12%), probabilmente per necessità, sarà in tripla o in quadrupla.
E gli altri – quei sei su dieci che non stanno nella classica “casa studenti” – che faranno? L’alternativa preferita è un’altra situazione in cui la convivenza è all’ordine del giorno: il 30% si è rivolto, infatti, a studentati universitari (bontà loro, vista la scarsità di disponibilità) oppure a collegi e convitti privati. Appena il 20% è riuscito ad accaparrarsi un appartamento tutto per sé. Il restante 6% ha invece approfittato dell’ospitalità di parenti o conoscenti, residenti nella città di destinazione.

Quanto spenderanno (in media) i fuorisede per l’alloggio
Una corsa al risparmio che, in qualche modo, ce la fa a contenere l’esborso richiesto per dormire in una città universitaria. Volendo fare un discorso generale, infatti, la media di spesa prevista è di circa 430 euro al mese per studente. Certamente una somma non bassa ma che, visto l’andamento del mercato degli affitti, può essere “sostenibile”. Una valutazione, questa, che però non può essere fatta da tutti: circa uno su dieci – il 12% – non è riuscito a cavarsela come meno di 600 al mese, una quota simile (10%) di euro ne deve sborsare almeno 800.

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