Anche Berlusconi ha contratto il mal di destra
L’occasione era ghiotta.
Berlusconi, sbandierando le dimissioni dei suoi, avrebbe potuto fare un colpo di scena e dimettersi. Avrebbe potuto dire che le dimissioni in bianco se le teneva in tasca e che avrebbe fatto cadere il governo se avesse approvato misure antipopolari.
Avrebbe potuto gestire il suo partito da un ruolo extraparlamentare, un po’come Grillo; e avrebbe dato uno slancio inarrestabile alla sua coalizione.
Ora, quale che sia l’esito della crisi di governo, l’uscita del Cavaliere di scena, legato ad un’immagine negativa, è praticamente scontata.
Può ridurre i danni solo se questa legislatura si mantiene in piedi. Se si va alle elezioni invece è kaputt.
Come togliere dalla testa degli elettori che dopo aver puntellato Monti e Letta ottenendo, come unico risultato la sospensione dell’Imu, il governo venga rovesciato solo per gli interessi personali di Berlusconi?
Perché questo è quello che verrà recepito e tutti – tranne i fedelissimi e gli incazzati – dimenticheranno le manovre autocratiche e liberticide dei golpisti nei suoi confronti.
A furia di frequentare gente di destra e postfascisti vari anche Berlusconi ha smesso di ragionare convenientemente