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Tanta fatica per nulla

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Nunzio D’Erme, il piccolo ras new global, dopo aver cinicamente istigato – per qualche voto in più – ad una nuova strategia della tensione con tanto di caccia al fascista, non andrà a Strasburgo. Bertinotti sceglie al suo posto Vendola. Comprensibile l’amarezza dei disobbedienti romani (“lasciamo Rifondazione!”), che non pare disdegnino il fascino della poltrona.

ROMA – Sarà Nichi Vendola il quinto europarlamentare eletto nelle file di Rifondazione comunista. Nessun seggio quindi per Nunzio D’Erme, consigliere comunale di Roma e terzo alla circoscrizione Centro Italia con 23mila preferenze. Dopo giorni di attesa e vivaci richieste da parte dei disobbedienti, che rivendicavano il quinto posto per il loro candidato, si annuncia la rottura tra il movimento e il partito di Bertinotti.

Il rappresentante dei disobbedienti romani sarebbe andato a Strasburgo, per il gioco delle rinunce, se il leader di Rifondazione avesse optato per il Sud. Ma la comunicazione di Bertinotti -che opta per il collegio Sicilia-Sardegna- lo esclude dalla cinquina e fa scattare il seggio a Vendola, secondo nella circoscrizione Sud con circa 48mila preferenze.

Ma, precisa in una nota la segreteria del Prc, “si è trattato di una scelta difficile e dolorosa in particolare per il grande apprezzamento suscitato in vaste aree di movimento”. E, prosegue, in questa scelta “non c’è alcun elemento di rottura di questo percorso o di discriminazione nei confronti del compagno D’Erme, semplicemente la valutazione tra candidature che possiedono il medesimo grado di legittimità”.

Dopo la scelta di Bertinotti, che sarà ufficializzata domani, per Rifondazione vanno nel Parlamento europeo oltre al leader (isole), Vittorio Agnoletto (nord-ovest), Roberto Musacchio (nord-est), Luisa Morgantini (centro) e Vendola (sud).

La settimana scorsa Nunzio D’Erme – diventato celebre per la protesta anti-Berlusconi con il letame messo davanti a Palazzo Grazioli – aveva dichiarato: “Ho vinto, a Strasburgo ci andrei, deve decidere il partito”. Per lui molti appelli e assemblee. Non è bastato.


Alla sede romana dei disobbedienti la reazione è drastica. “Ormai è rottura con Rifondazione comunista” è il commento di Andrea Alzetta, uno dei leader del movimento. “La scelta è stata fatta senza neppure consultarci” ha continuato, “a questo punto è matura la decisione di ritirarci dal gruppo comunale di Rifondazione comunista così come dai gruppi municipali. Una decisione che prenderemo al più presto, al massimo domani”.


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