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Tanto rumore per nulla

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L’Onu ancora una volta condanna Israele. Che continuerà a massacrare impunita

 

 

L’Onu ha approvato tre risoluzioni che condannano Israele per le politiche nei territori palestinesi e siriani occupati. Intanto dopo l’incontro  tra Benyamin Netanyahu e Barak Obama, che non ha chiuso la grave crisi tra i due paesi, la stampa israeliana asserisce: «Netanyahu messo con le spalle al muro dal premier americano».
Onu, tre risoluzioni contro Israele. Il Consiglio per i Diritti umani delle Nazioni Unite ha approvato tre risoluzioni che condannano Israele per le sue politiche nei territori palestinesi e siriani occupati. Gli Stati Uniti hanno votato contro in tutti e tre i casi. La prima risoluzione parla di «gravi violazioni dei diritti umani» da parte delle forze israeliane nei territori occupati dal ’67. E’ passata con 31 voti favorevoli, 9 contrari e 7 astensioni, su un Consiglio di 47 membri. La risoluzione chiede la fine delle operazioni militari nei territori, la fine del blocco di Gaza e il ritiro delle forze israeliane. Usa e Ue hanno votato contro, affermando che il documento è squilibrato. Una seconda risoluzione, che chiede a Israele di cessare la costruzione di insediamenti nei territori occupati e di rimuovere quelli esistenti, è stata approvata con 45 voti, con il sostegno dell’Unione europea e l’opposizione dei soli Stati Uniti. La terza risoluzione condanna Israele per quella che definisce sistematica violazione dei diritti della popolazione nelle Alture del Golan, territorio siriano occupato nel ’67 e annesso nell’80. Gli Stati Uniti hanno votato contro, mentre 15 Paesi, compresi i membri dell’Unione europea, si sono astenuti.
Stampa israeliana: «Netanyahu con le spalle al muro». Nell’incontro tra il premier israeliano e il presidente Usa Barak Obama, quest’ultimo ha avanzato una serie di richieste per il processo di pace con i palestinesi. Sono i commenti della stampa israeliana a conclusione del viaggio del premier nella capitale americana. «Pressioni» è il titolo sul quotidiano Yefioth Aharonoth che afferma che «Obama ha posto richieste che per Israele sarà difficile accettare». Il Maariv, cita una fonte governativa americana, secondo la quale «Obama si è stufato delle tattiche dilatorie» di Netanyahu e in un commento parla di un «agguato» teso al premier dal governo americano. Haartez sottolinea che «Si aggrava la crisi con gli Usa: Obama esige da Netanyahu impegni scritti per passi volti a creare un clima di fiducia» in vista di negoziati di pace indiretti con i palestinesi. Netanyahu, afferma il giornale, esce da Washington «isolato, umiliato e indebolito».
Netanyahu: «Progressi verso un superamento del disaccordo con Washington». Il premier israeliano, che lasciando gli Stati Uniti aveva parlato di «avanzamenti per il superamento del disaccordo con Washington», giunto in Israele è subito impegnato con i sette ministri del gabinetto informale per le questioni politiche e militari e per riferire dei colloqui americani.

L’Onu ha sempre condannato Israele ma non sembra serva a molto; neanche i governi, così solerti nel seguire i moniti a Iraq o Libia, sembrano molto attenti alle dichiarazioni dell’Onu.

Che, evidentemente è un riferimento a volte sì e a volte no.

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