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Tassi invariati

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La finanza teme per l’economia

La Banca centrale europea lascia, come atteso, i tassi d’interesse fermi: il tasso principale rimane a zero, il tasso sui depositi a -0,50% e il tasso sui prestiti marginali a 0,25%. Lo comunica la Bce dopo la riunione di politica monetaria. Gli analisti erano sicuri che la Bce non avrebbe alzato i tassi nel 2022 e stimano che difficilmente lo farà anche nel 2023, attendendo invece il 2024 per un primo intervento sul costo del denaro.

La Bce annuncia inoltre che terminerà a fine marzo gli acquisti di debito tramite il programma per l’emergenza pandemica (Pepp). Eurotower condurrà gli acquisti nel primo trimestre “ad un ritmo più basso che nel trimestre precedente”. Si allunga però almeno fino a fine 2024 l’orizzonte temporale dei reinvestimenti dei titoli acquistati con il programma pandemico Pepp una volta che questi arrivano a scadenza.

Una volta terminato il programma pandemico Pepp a fine marzo, la Bce acquisterà debito “ad un ritmo mensile di 40 miliardi nel secondo trimestre 2022 e 30 miliardi nel terzo” tramite il preesistente programma App, che ad oggi viaggia a 20 miliardi al mese. Da ottobre 2022 il Consiglio direttivo tornerà ad acquisti netti mensili a 20 miliardi di euro “per tutto il tempo necessario a rinforzare l’impatto accomodante dei tassi” e tali acquisti termineranno “poco prima che la Bce inizi ad alzare i tassi d’interesse”.

In giornata sono arrivate anche le decisioni della Banca d’Inghilterra, che ha rialzato i tassi di interesse di 15 punti base portandoli dallo 0,1% allo 0,25%.
La mossa era precedentemente attesa dagli analisti che però, con il dilagare della variante Omicron, si aspettavano invece un rinvio della stretta monetaria;  della Norges Bank, banca centrale norvegese, che ha alzato i tassi di interesse (dallo 0,25% allo 0,50%) – secondo aumento in tre mesi, ampiamente previsto dagli economisti – e ha riferito che altri aumenti seguiranno probabilmente il prossimo anno.

Ieri la Fed, dopo quasi due anni da colomba, ha annunciato un radicale cambio di rotta di fronte a un’inflazione che galoppa. Pur mantenendo i tassi di interesse invariati, la la banca centrale americana raddoppia la velocità del processo di riduzione degli acquisti di asset portandola a 30 miliardi di dollari la mese dai 15 miliardi di novembre e dicembre. A tale passo il tapering si chiuderà in marzo, concedendo così alla banca centrale una maggiore flessibilità sui tassi di interesse, per i quali – emerge dalla dot-plot – si prevedono tre rialzi nel 2022, altri tre nel 2023 e due nel 2022.

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