Home Storia&sorte Terzo bronzo

Terzo bronzo

0


sciabola a squadre

 

La sesta medaglia della scherma, la dodicesima dell’Italia, non ha solo la faccia del campione glamour, di Aldo Montano e della sua strampalata acconciatura decolorata con la scritta God save the Queen. Il bronzo della sciabola a squadre ha la faccia di Diego Occhiuzzi, già argento nella gara individuale e in pedana dopo una doppia iniezione di anidolorifico, di Gigi Tarantino, che ha annunciato il suo addio dopo aver lasciato il posto in finale a Luigi Samele, 25enne foggiano, la vera sorpresa della giornata, entrato nella finale per il terzo posto con i russi con una grinta e una leggerezza invidiabile. Travolgendo con la sua tecnica e la sua emotività avversari di livello mondiale come Yakimenko e soci, vincendo due assalti su tre e cedendo una sola stoccata a Kovalev. L’impresa è nata la mattina, quando un’Italia ormai eliminata dalla Bielorussia è stata salvata e rimessa nel torneo da Aldo Montano: freddo e geniale nel piazzare, una dopo l’altra, quattro stoccate quando a Bulkevich ne sarebbe bastata una per andare in semifinale. A quel punto, gli azzurri affaticati (e più anziani) hanno opposto resistenza ai coreani per parte dell’incontro, ma alla fine hanno ceduto di fronte a velocità d’esecuzione e brillantezza che sarebbe valsa agli asiatici anche la medaglia d’oro nella finale con la Romania. 

Ci tocca la Russia, rivale storico, nella finale per il bronzo. Montano comincia perdendo con Kovalev 5-3, e Occhiuzzi contro un campione come Yakimenko limita i danni fino al 10-7. A quel punto comincia lo show di Samele, che entra fresco in pedana e comincia a colpire Reshetnikov senza tregua, la rimonta viene scandita da un 8-4 che porta l’Italia in vantaggio 15-14. È il momento migliore degli azzurri, Occhiuzzi si porta con Kovalev sul 3-0, poi sul 5-3 ed è 20-17. Purtroppo il buio avvolge Montano per una lunga fase, un periodo nel quale Reshetnikov gli infligge un 5-0. A questo Aldo abbozza una ripresa che lo porta sul 5-4, ma il russo completa l’opera con un 8-4 (durante un duello concitato si spezza addirittura la sciabola del livornese, facendo schizzare via un pezzo di dieci centimetri). Ma tocca a Samele ridare animo agli azzurri, attacca Yakimenko con colpi rapidi e precisi che valgono il 6-4 (e l’arbitro bulgaro Milenchev, dopo un attimo di esitazione, gira l’ultima stoccata a favore di Samele). Con esultanza da stadio Occhiuzzi costringe Reshetnikov al 5-1, e Samele non lascia dilagare Kovalev. Montano va in pedana sul 40-36, una volta tanto non deve inseguire, la panchina azzurra è su di giri e Aldo viene penalizzato con un cartellino rosso che costa una stoccata al russo. ma ormai è fatta, ed arriva il 45-40 che consegna il bronzo a una squadra in cui tutti, anziani e giovani, possono sentirsi felici. “Il futuro sono Occhiuzzi e Samele” dice Montano, “ora io dovrò decidere cosa fare: vorrei continuare, vediamo che progetto di sarà in vista delle Olimpiadi di Rio”.

Malgrado Napolitano, malgrado Draghi, malgrado Monti, malgrado Passera, malgrado Grilli, malgrado la Fornero, malgrado Abate, malgrado Prandelli, c’è un’Italia che non accenna ancora a morire.

Nessun commento

Exit mobile version